Ambiente e Viaggi
mercoledì, 21 Dicembre 2011

Real Dolls: noi ti costruiamo la donna dei sogni

di Redazione
Un prete gestisce un salone di belezza molto particolare
(KIKA) - LAS VEGAS – Las Vegas è la città più strana del mondo. In pochi chilometri quadrati si può trovare di tutto. Ci sono dei bar chiamati Oxygen, dove anzichè un cocktail ti viene messo davanti una mascherina per respirare ossigeno puro, aromatizzato alla fragola o all’arancia. C'è il negozio di souvenir più grande al mondo, dove si può acquistare ogni cosa: dagli occhiali indossati da Elvis Presley fino a un cappello di zucchero filato. E ancora: centinaia di casinò e strip club, artisti di strada e frotte di turisti. Da quando il salone di bellezza Exposed ha aperto i battenti, il numero di stranezze della città è aumentato. Non importa tanto il fatto che a gestirlo sono giovani ragazze in bikini che si prendono cura del tuo taglio di capelli, dell'abbronzatura e dello smalto: la cosa particolare è che ad aprirlo è stato Travis Talbot: un prete.

“I miei genitori hanno lavorato per tutta la vita come parrucchieri a Neshville nel Tenesse – racconta Talbot – Io ho sempre voluto continuare il loro mestiere e portare avanti la tradizione. Il problema è che con le forbici in mano sono un disastro: l'unica cosa che sono stato in grado di fare bene in vita mia è studiare la Bibbia e le Sacre Scritture”.

Travis Talbot ha 42 anni e da dieci fa parte della Universal Life Church, una dottrina non riconosciuta dalla Chiesa cattolica. Uno dei tanti movimenti nati negli anni sessanta: una comunità spirituale che oggi conta più di diciotto milioni di fedeli che si riconoscono in un unico comandamento: “Fai la cosa giusta”. Non contano le leggi, non conta l`ordine sociale, nemmeno il parere dei genitori ha molta importanza: la cosa fondamentale è fare il bene per se stessi e per le persone che sono vicine. “Noi crediamo che imparare ad ascoltare se stessi per capire quello che si vuole e rispettare gli altri sia la chiave per una vita serena – dice il prete – Non importa se la società ha altri metri di giudizio: noi nella nostra vita dobbiamo fare quello che ci interessa e ci piace”. Cosi` e` stato per Exposed. “Quando ho aperto il negozio ed e` cominciata a circolare la voce che al suo interno lavoravano delle ragazze mezze nude, ho ricevuto tante critiche. Alcuni mi dicevano che non era necessario far indossare un bikini per uno shampoo, altri ce l`avevano proprio con me. Mi scrivevano che un prete deve occuparsi delle cose di Dio non della scollatura delle proprie dipendenti”.

In effetti entrando nella boutique di Talbot non si ha l'impressione di essere in un vero salone di bellezza. La ragazza all'ingresso si chiama Ashlyn, ha 24 anni e viene dal Cile. Ha studiato per sei mesi in una scuola per estetiste dove si è diplomata.
Un particolare la rende unica: Ashlyn ha il corpo ricoperto di tatuaggi e piercing. Un dettaglio che salta all'occhio se si considera che la sua uniforme d'ordinanza è uno stretto bikini di nylon che lascia poco all'immaginazione. Insieme a lei lavorano altre quattro ragazze. Tutte giovani. Tutte belle.

“I clienti sono contenti del servizio – dice padre Travis – Credo che sia il sogno di tutti farsi tagliare i capelli da una di queste ragazze. Si instaura un rapporto informale e una cosa noiosa come la scelta dell'acconciatura diventa un momento unico e indimenticabile”.

L'iniziativa di Talbot non ha però lasciato indifferenti molte persone. A portare le loro rimostranze sono state per prime le comunità cattoliche del Nevada, che, pur non avendo a che fare con la dottrina della Universal Life Curch, hanno voluto esprimere la loro incomprensione per la scelta di padre Travis. “Non capiamo come un uomo di fede abbia potuto pensare di mettere insieme un'attività come questa. Il sesso e il denaro sono le uniche cose che possono aver spinto il reverendo Talbot ad aprire la sua Exposed”. Anche l'associazione dei parrucchieri di Las Vegas ha richiamato il reverendo per concorrenza sleale. “Da quando ha aperto il suo negozio molti dei nostri clienti hanno preferito spostarsi da lui: per quanto possa essere gentile io non posso competere con una bella ragazza in costume” ha detto David, parrucchiere da generazioni.

Gli affari di Exposed invece vanno alla grande. Nonostante il negozio si trovi lontano dal centro della città, gli incassi sono molto buoni. “Nei primi due mesi abbiamo avuto centinaia di clienti – racconta il prete – Questo vuol dire che se uno ha un'idea buona deve fare di tutto per realizzarla. Non importa quale sia il prezzo da pagare, se lo si fa per fare del bene, tutto è concesso”. Ilreverendo è pronto a smentire anche i piu` scettici: “Tutti dicono che un prete non può occuparsi di un salone di bellezza di questo tipo. La gente non capisce: io non mi sono lasciato corrompere né dal sesso né dai soldi.
Prometto che appena sarò riuscito a pagare le spese che ho sostenuto per aprire Exposed, sarò pronto a donare tutti gli utili in beneficenza. Questo significa fare del bene e per me è l`unica cosa che conta”.

Sulla questione dei doveri degli uomini di religione e la loro doverosa distanza dalle tentazioni, Tablot non si pronuncia: “Io non voglio dire che quello che sto facendo sia giusto per tutti, posso solo dire che e` giusto per me. Ci sono tante cose che gli uomini di Chiesa di tutto il mondo hanno fatto di cui non andare fieri. Il mio salone di bellezza in confronto non è niente”.

Padre Travis non è sempre nella boutique. Le sue giornate le trascorre a casa a preparare i suoi discorsi e organizzare eventi per la chiesa che gestisce a Las Vegas. Solo qualche pomeriggio la settimana raggiunge Exposed. Saluta le ragazze e parla con loro come un vero datore di lavoro. Controlla i conti e chiede ai clienti se si sono trovati bene. Qualcuno a vedere una tonaca nera entrare in una stanza piena di costumi da bagno colorati rimane basito. “Una volta un signore vedendomi sedere di fianco a lui ha incominciato a urlare – racconta Travis Talbot – Non riuscivo a fermarlo, mi continuava a ripetere che non stava facendo nulla di male e che nemmeno un prete come me lo avrebbe convinto ad andarsene. Dovevate vedere la sua faccia quando ha notato che anche io stavo aspettando il mio turno per un taglio”.