Cronaca Italiana
martedì, 17 Giugno 2014

Yara Gambirasio: un mistero lungo quattro anni

di Massimo Rosi
Il presunto assassino è stato fermato: tutte le tappe delle indagini
MAPELLO - Il presunto assassino di Yara Gambirasio, la giovane ragazza di 13 anni rapita il 26 novembre 2010 e ritrovata il 26 febbraio 2011 in un campo incolto di Chignolo d'Isola, è stato finalmente fermato. Ad aiutare gli inquirenti è stato il DNA di Giuseppe Guerinoni, che confrontato con quello ritrovato sugli slip della ragazza ha consentito di aprire una pista d'indagine che ha poi portato all'individuazione dell'ancora presunto colpevole.

Da quando Yara è sparita, quel 26 novembre, sono stati tanti gli uomini e i mezzi impiegati nelle ricerche, dalla protezioni civile al soccorso alpino, dai cani molecolari a una sensitiva, ai centinaia di volontari accorsi per trovare il corpo della ragazza. I primi sospetti, portati dalla pista del cantiere di Mapello da cui poi sarebbe sorto il centro commerciale Il Continente, si focalizzarono sul piastrellista marocchino Mohammed Fikri, che venne fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri il 5 dicembre 2010.Contro di lui alcuni indizi, tra cui un’intercettazione ambientale in cui sembrava affermare “Allah perdonami, non l’ho uccisa”. Ma la traduzione era sbagliata.

Il 12 dicembre 2010 è la data del primo annuncio pubblico della mamma di Yara, che dice di sentire “un grande affetto attorno alla sua famiglia”.

A tre mesi dal rapimento, il 6 febbraio 2011 Il corpo di Yara viene ritrovato in un campo a Chignolo d’Isola, ad una decina di chilometri da Brembate (Bergamo). Le indagini appureranno che è stata uccisa sul posto, colpita da alcune coltellate e morta anche per il freddo.

Viene finalmente per la famiglia della ragazza il giorno dell’addio. In migliaia si ritrovano il 28 maggio 2011 al palazzetto dello Sport per assistere ai suoi funerali. Viene letto anche un messaggio del Presidente della Repubblica.

Successivamente gli investigatori isolano una traccia di dna maschile sugli slip della ragazza che, a differenza degli altri tre già esaminati, non sarebbe suscettibile di contaminazione casuale. Sarebbe il dna dell’assassino. Un profilo genetico che non è tra i 2.500 raccolti in quei mesi dagli investigatori.

Nasce la cosiddetta “pista di Gorno“: da una marca da bollo su una vecchia patente viene estratto il Dna di Giuseppe Guerinoni, sposato e padre di due figli, morto a 61 anni nel 1999. Il suo dna è compatibile con quello ritrovato sugli slip di Yara. Comparato con il nucleo famigliare dell’uomo, però, non porta ad alcun risultato: da qui l’ipotesi degli investigatori che esista un suo figlio illegittimo.

La consulenza dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo fuga i dubbi sulla corrispondenza del Dna con quello di Giuseppe Guerinoni. L’assassino di Yara è un suo possibile figlio illegittimo.

Lettere di mitomani che dicono di conoscere la verità vengono recapitate ai giornali e vengono lasciate scritte rivelatrici su un libro nella cappella dell'ospedale di Rho. Vengono anche proposte ricompense per chi troverà il colpevole.

Il 16 giugno 2014 Giuseppe Massimo Bossetti è stato fermato dagli inquirenti, arrestato in un cantiere di Seriate, e condotto in caserma a Bergamo per un interrogatorio. Ancora non si sa se sia lui l'assassino di Yara, ma la speranza per la famiglia di trovare il colpevole è più viva che mai.