Cronaca Italiana
venerdì, 27 Giugno 2014

Strage di Ustica: la verità a pezzi

di Redazione
Parlano Antonio Bolovato, Giancarlo Nutarelli, Barbara Dettori e Rosario Priore
di Chiara Bruschi e Massimo Rosi

MILANO - Il 27 giugno 1980, alle ore 20.59, il volo DC9 della compagnia aerea Itavia partito da Bologna con a bordo 81 persone sparisce dai radar del Mediterraneo nei pressi dell'isola di Ustica. Dopo le comunicazioni di routine con l'aereoporto di Palermo, che aspettava il comandante Domenico Gatti per l'atterraggio, c'è il vuoto. Un vuoto che la sentenza ordinanza di oltre 5mila pagine del giudice Rosario Priore aveva cercato di colmare nel 1999 districandosi tra depistaggi, mezze verità, suicidi sospetti ed emblematici "non ricordo".

Una cosa è certa, secondo Priore: il DC9 precipitò perché vittima di un vero e proprio "scenario di guerra in tempo di pace".

Nonostante i responsabili dell'accaduto non abbiano ancora un volto e un nome, nel gennaio 2013 la Corte di Cassazione ha confermato una sentenza civile molto importante: il ministeri italiani della Difesa e dei Trasporti devono risarcire i parenti delle vittime per non aver garantito la sicurezza nei cieli, quella notte. Il DC9, chiarisce la sentenza, non si inabissò a causa di una bomba a bordo o di un guasto tecnico, ma cadde a causa di un missile o di una collisione con un aereo militare, vittima di una vera e propria azione di guerra.

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