Cinema e TV
giovedì, 30 Ottobre 2014

Pretty Woman: la favola romantica era un racconto… di vita!

di Simona Foti
La prima sceneggiatura del cult era completamente diversa dal film che conosciamo.
LOS ANGELES - Pretty Woman è considerata la commedia romantica per eccellenza: almeno tre generazioni di donne possono rivederlo per l'ennesima volta e scoprirsi romantiche e sognatrici, disposte a credere che il principe azzurro esista e che, se anche proprio azzurro non fosse, è sempre possibile redimerlo e conquistarlo. A farci credere ciò sono stati il regista del film, Garry Marshall, e gli interpreti, Richard Gere e Julia Roberts. Ma nelle intenzioni dello sceneggiatore, J. F. Lawton, Pretty Woman doveva essere tutta un'altra cosa.

"La terribile, cupa, deprimente storia tra due persone orribili… e il mio personaggio era addirittura una tossicodipendente!": ecco come Julia Roberts racconta la trama del film che la rese famosa in tutto il mondo nei panni di Vivian, prostituta sfortunata ma piena di dignità, voglia di vivere e, a suo modo, di principi. Ma lo script originale la voleva invece una tossicodipendente squallida e volgare, ignorante e sboccata. Edward invece avrebbe dovuto essere un ubriacone insensibile e anaffettivo, che non solo non si innamora di Vivian ma la scarica dalla limousine e le dira dietro la cifra pattuita, 3000 $, che avrebbe dovuto essere il titolo del film.

Anche il finale avrebbe dovuto essere completamente diverso: altro che favola e vissero tutti felici e contenti, Vivian usa i soldi guadagnati per comprare droga e partire con Kat, la sua amica di vita, alla volta di Disneyland.