Musica
giovedì, 24 Agosto 2017

Salvo Vinci canta Up & Down di Billy More

di Redazione
L'ex stella di Amici ha omaggiato la drag queen con un successo del 2000.


La musica trash non esiste? Questa domanda se la pone Salvo Vinci, ex volto di Amici di Maria De Filippi, che è attualmente impegnato in tournée in Giappone. Una domanda-provocazione che cerca di porre l’attenzione non tanto sul genere musicale quanto sull’appetibilità o meno per il pubblico di brani musicali che, non considerando la qualità intrinseca degli stessi, o l’interpretazione degli artisti, risultano più o meno vincenti sul mercato.



 

Salvo, dal Giappone, ha inciso una nuova cover, un tormentone degli anni’90, stiamo parlando del famosissimo brano di Billy More Up & Down, cercando di canalizzare l’attenzione non tanto su un brano conosciuto, quanto piuttosto sulla sua capacità interpretativa e performante.


Di anno in anno, in estate, parte la sfida per il tormentone che risulta il più orecchiabile e canticchiabile, che spacca il mercato spesso con una qualità che latita. Ma proprio questi brani, con il loro ritornello e la loro orecchiabilità entrano nella testa e nel cuore di chi ascolta, segnano il ricordo specifico di un’estate. Salvo Vinci afferma in senso critico, ma anche realistico, che non basta solo l’artista che canta, ma che è il mercato che decide e la sua evoluzione determinerà ciò che rientrerà o meno nelle scelte delle nostre play list. "Siamo condizionati dal gossip, dalla costruzione dell’immagine e del contorno piuttosto che focalizzati a comprendere interpretazione e significati".



In Up & Down l'ex stella di Amici invita a non fermarsi alla mera celebrazione dei personaggi, ma ad ascoltare il brano, a percepire l’anima che si nasconde dietro il ritornello.



La differenza, quella che conta, secondo Salvo è dettata dalla capacità interpretativa dell’artista, dalla sua  capacità di comunicare una emozione a chi ascolta. L’espressività, la passione e la capacità di sentire propria la canzone e trasmettere questa energia a noi che forse con troppa superficialità canticchiamo i ritornelli.