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- lunedì, 30 Gennaio 2012
10 anni dal delitto di Cogne
Stefano Lorenzi, Annamaria Franzoni - Cogne - 03-04-2007 - 10 anni dal delitto di Cogne
(KIKA) – COGNE – Sono passati dieci anni da quella mattina in cui Cogne, rinomata località della Valle d'Aosta, ebbe il peggiore dei risvegli possibili: Samuele Lorenzi, di soli tre anni, giaceva senza vita nel letto dei genitori, Annamaria Franzoni e Stefano Lorenzi con la testa fracassata, in un lago di sangue. La madre ha chiamato il 118 raccontando di aver trovato il figlio in fin di vita, come constatato anche da Ada Satragni, amica di famiglia e medico, giunta quasi subito sul luogo della tragedia, che poco alla volta prende i contorni del delitto. Nei giorni successivi, i sospetti degli inquirenti si concentrano sulla madre del piccolo, che nega ogni addebito per incolpare i vicini di casa, i Guichardaz, con i quali i rapporti non erano evidentemente così buoni come sembrava. Quello di Cogne è stato il primo processo “mediatico”: l'opinione pubblica si divide in colpevolisti e innocentisti. Annamaria Franzoni, una volta abbandonato il primo difensore, Carlo Federico Grosso, si affida a Carlo Taormina, che le consiglia una strategia difensiva che la porta ad apparire in quasi tutti i talk show per perorare la propria causa e sembra gestire la propria immagine di madre disperata con calcolo e studio. E proprio in televisione annuncia una nuova gravidanza, che aveva quasi “richiesto” al marito mentre il soccorso portava via dalla villa di Cogne il corpo esanime del piccolo Samuele. Dopo tre gradi di giudizio, Annamaria Franzoni viene giudicata colpevole di un omicidio che nega di aver commesso e rinviata a giudizio per calunnia per le accuse – rivelatesi infondate - rivolte ai Guichardaz.
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