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Firenze - domenica, 22 Maggio 2016
Carlotta Filardi: "La mia vittoria ora è legge"
Il tumore, una burocrazia pazzotica e una norma in favore dei malati che porta il suo nome
Carlotta Filardi - Firenze - 14-07-2015 - Carlotta Filardi:

(KIKA) – FIRENZE – ESCLUSIVO – “In questo paese, se uno ha un problema serio, è costretto a chiamare il Gabibbo o Le Iene”. È il ritratto impietoso della burocrazia italiana tracciato da Carlotta Filardi - 31enne fiorentina colpita da un linfoma aggressivo al mediastino - che sei mesi dopo avere scoperto il male dentro di sé si è vista recapitare a casa una raccomandata con sanzione da 3.500 euro per avere “saltato” la visita del medico fiscale. Peccato che, al momento del controllo Inps, Carlotta fosse nel bel mezzo di una seduta chemioterapica. Oltre al danno, la beffa. Sapevo che per i malati oncologici del settore pubblico non vi era l’obbligo di restare a casa: immaginavo che fosse così anche per i privati. Mi sbagliavo. Ho fatto subito ricorso, ma è stato respinto”.

Di lì la decisione di contattare il programma inchiesta di Mediaset. Le Iene si recano all’Inps per chiedere spiegazioni e la sanzione viene ritirata. Pochi giorni dopo, la telefonata del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti: “Mi ha comunicato che avrebbe fatto una proposta di legge per equiparare, nel Jobs Act, i malati privati a quelli pubblici. E che il provvedimento si sarebbe chiamato Legge Carlotta. A dicembre 2015 la svolta con l'entrata in vigore della legge firmata dai ministri Poletti e Lorenzin. Nel frattempo, però, Filardi non era rimasta con le mani in mano. Nove mesi prima la fondazione Totta x Tutti, un’associazione che si occupa dei malati oncologici: “In sei mesi abbiamo donato all’ospedale Careggi di Firenze sei cuffie per ridurre la caduta dei capelli causata dalla chemioterapia, per un valore complessivo di 1,700 euro; abbiamo creato dei gruppi di auto aiuto in cui i malati possano scambiare vedute con persone che stanno affrontando lo stesso percorso; proprio ora, infine, sta partendo un progetto per portare al Careggi l’assistenza di uno psico-oncologo”.

Dopo 8 cicli di chemioterapia e due mesi di radioterapia intensiva, la battaglia di Carlotta è quasi vinta: lei è tornata al suo lavoro in palestra, la massa tumorale da 22 cm che si era rintanata nella sua cassa toracica è stata sensibilmente ridotta ed è ora sotto controllo. “Non ho mai pensato seriamente di morire – si guarda indietro Carlotta - ma quel 30 aprile 2014 è stato come essere investiti da un treno ad alta velocità. Il cancro ti trasfigura, ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Oggi sono come un reduce di guerra.

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