(KIKA) - LONDRA - La principessa Diana sarà anche stata timida (la chiamavano, all'inizio, Shy Di) e triste, ma solo fino a un certo punto. Perché alla sua morte sono spuntati come funghi biografi ed ex amici che hanno raccontato tutta un'altra principessa: una donna che, ferita dal fallimento del matrimonio con il principe Carlo, cercava l'amore e che ogni volta sperava di averlo trovato con tanti, troppi uomini. Uno di questi era il maggiore James Hewitt, che le fu vicino per diversi anni e che, con poca discrezione, dopo la morte della principessa raccontò ai tabloid la loro storia d'amore.

I capelli fulvi del piccolo Harry, un unicum tra i Windsor, fecero nascere subito un sospetto: che fosse lui, e non il compassato Carlo, il suo vero padre. Harry conosceva bene James, anzi, lo zio James, che aveva combattuto nella Guerra del Golfo e che trascorreva con lui e con Diana più tempo del principe di Galles. Che negò sempre le voci che lo riguardavano, confermando al figlio minore di essere il suo papà.

Un gossip che sembrava sopito ma che si è risvegliato ora che è in scena a Londra Truth, Lies and Diana (Verità, bugie e Diana), pièce teatrale basata sulle interviste degli autori ai protagonisti ancora in vita di quelle vicende. Tra questi, proprio il maggiore James Hewitt, che ha rivelato come la sua relazione con Diana sia cominciata all'ìncirca un anno prima della nascita del principe Harry. Circostanza, definita dal maggiore "una scomoda verità", che ha nuovamente alimentato il pettegolezzo sulla sua presunta paternità senza che lui la confermasse.

Elementi a sostegno della tesi? I capelli rossi, di cui non vediamo traccia nei Windsor, e la carriera militare. Peccato che i tratti di Harry, in particolare il naso,  siano quelli dei Windsor e in particolare del nonno Filippo d'Edimburgo, e che i capelli rossi siano una caratteristica degli Spencer, come dimostra il fulvo zio Charles, fratello di Lady Diana.

Bastano poche lentiggini e tante chiacchiere a fare un padre?