venerdì, 15 Febbraio 2013

Parla Cristina, sopravvissuta allo schianto per miracolo

di Chiara Bruschi
31 anni fa, un tragico incidente cambiava la vita al politico di oggi.
Oggi, la vittima più segnata da quel dolore si rivolge all'uomo

di Chiara Bruschi / Kikapress

«Non cerco nulla, se non la verità. Mi rifiuto di essere strumentalizzata da una politica in cui non mi riconosco, e dopo questa intervista non intendo tornare sull’argomento, quindi prego giornalisti e fotografi di non cercarmi più. Chiedo solo di incontrare il signor Grillo. È un gesto che devo a me stessa, ma anche ai miei genitori e a mio fratello, che non possono più parlare: lo faccio io a nome loro. Molte volte mi sono chiesta che cosa proverei ad averlo davanti a me, di persona, per chiedergli di quel giorno. Fra tutti quelli che in questo periodo sentono continuamente parlare di lui e vedono la sua faccia e leggono ovunque le sue parole ci sono anche io, e lui dovrebbe ricordarselo, e dovrebbe capire l’effetto che mi fa. Ogni giorno penso a come sarebbe la mia vita se i miei genitori e mio fratello fossero ancora con me».

Il 7 dicembre 1981, Beppe Grillo è a Limone Piemonte, ospite dei Giberti. Renzo, suo vecchio amico, la moglie Rossana e i figli Francesco, 9 anni, e Cristina, 7. Dopo pranzo si decide di andare a godersi il sole, per un paio d'ore, su in quota, al Duemila, una baita raggiunta da una strada stretta e non asfaltata. Tutti salgono sulla Chevrolet di Grillo, tutti tranne Cristina, che insiste per restare a vedere un cartone a casa di un'amica. Quasi a destinazione, dietro una curva, il sole illumina un lungo lastrone di ghiaccio. L’auto slitta all’indietro, diventa ingovernabile, urta una roccia, si gira, cade con il muso nel burrone. All’ultimo momento Grillo riesce a spalancare la portiera e a buttarsi. Per i tre Giberti non c’è niente da fare. Il comico verrà infine condannato per omicidio colposo, e per questo non si candiderà, sulla base del regolamento del Movimento 5 Stelle che esclude i condannati.

Oggi Cristina ha un altro cognome: quello del marito della sorella della madre, che la adottò dopo la tragedia. È diventata madre, ha 38 anni, fa volontariato per l’infanzia. Affronta l’intervista divisa tra il bisogno di verità e la ritrosia naturale. «Non amo parlare di me, forse la vita mi ha resa introversa. Ma oggi sono matura, ho fatto i conti con il passato e ho trovato il coraggio di guardare indietro».

Cristina, perché proprio oggi, alla vigilia delle elezioni, dopo più di trent’anni di silenzio?

«Gliel’ho detto: il signor Grillo è una presenza pubblica come mai prima, e come mai prima è forte la mia esigenza di confrontarmi con lui. La mia non è certo l’unica vita segnata da un lutto, mi guardo intorno e ne vedo tante di storie simili. La differenza è che nel mio caso - con i media che parlano continuamente di lui e del perché non si candida, e ogni tanto fanno anche vaghi riferimenti alla morte dei miei cari - dimenticare è impossibile. Tutte le domande che ho cercato di seppellire - che mi tormentano con i loro “perché” - sono tornate a galla. Ora ho bisogno delle risposte, una volta per tutte, per guardare avanti».

Non poteva contattarlo privatamente?

«Ci ho provato. Ho anche telefonato al suo ufficio stampa: ho espresso il desiderio di un confronto privato, mi hanno promesso che mi avrebbero fatto sapere. Mi ha richiamato un nipote di Grillo: mi ha spiegato che tutta la sua famiglia aveva sofferto per l’incidente, che non era il momento di ritornare sull’argomento. Ma per me il momento è questo: sono cresciuta, sono mamma, sono pronta per sapere e per parlare. Solo dopo quel “no” ho accettato di parlare con voi».

In passato, Beppe Grillo l’ha cercata?

«Mai. Non ho mai avuto occasione di sentirmi raccontare come sono andate le cose direttamente da lui, l’unico che possa davvero farlo. Mi conosceva bene, era amico dei miei, frequentava la nostra casa: come è possibile che in tutti questi anni non abbia mai sentito l’esigenza di vedermi, di chiedermi scusa, almeno di telefonare ai miei genitori adottivi per sapere come stavo?».
  1. MARIA TERESA BUFFA
    Maggio 29, 2014 alle 20:02

    ha detto:

    Penso che il comportamento di Beppe Grillo la dica lunga sull’animo gretto e sul tipo disgustoso di persona capace solo di urlare in modo becero e di proporre distruzione. Un incidente può succedere a tutti ma il non cercare mai l’unica piccola sopravvissuta è stato abominevole, ed è certamente vero dal momento che non è mai stato smentito. Dovrebbero riflettere i grillino, che mi fanno davvero paura se si fidano di un simile personaggio.

  2. lucio milia
    Maggio 24, 2014 alle 14:26

    ha detto:

    In casi del genere è preferibile non pensare.Non sono un giudice,non giudico;non sono Dio e non sta a me intercedere al perdono.Non sono un pubblico ministero,non accuso per poi annullare l’accusa.Essere nella testa e nel proprio cuore in questi casi è difficile,figurarsi a cercare di farlo con mente e cuore degl’altri.

  3. Raimondo
    Maggio 23, 2014 alle 01:22

    ha detto:

    E difficile entrare nell’animo umano, non si può giudicare nel bene o nel male una persona coinvolta in un incidente così tragico.solo una persona senza cuore e un farabutto come Berlusconi può inveire su una persona che non sappiamo come possa stare nel suo animo dopo un incidente come quello successo a Grillo.

  4. Enrico81
    Maggio 22, 2014 alle 18:49

    ha detto:

    E’ stato un incidente ,non ha colpa. Avrebbe dovuto stare attento e se tornasse indietro lo eviterebbe ma Beppe è troppo importante ora ,dovrebbero farlo candidare lo stesso alle elezioni se lo ritenesse importante. W m5s

  5. paolo
    Maggio 22, 2014 alle 17:21

    ha detto:

    Penso che in questi casi della vita, il rimorso di aver provocato la morte di tre persone, sia una condanna terribile.Cio’ nonostante, ci sono “piccoli uomini” che sfruttano anche questi fatti, accaduti
    oltre 30 anni fa.Chi e’ senza peccato scagli la prima pietra. Rifletta il nostro Silvio da Cesano B.

  6. eliano servi
    Maggio 21, 2014 alle 19:34

    ha detto:

    IO INVECE NON CAPISCO AFFATTOM GRILLO CHE SI DIVERTE A FARE BAGNI DI FOLLA E DI ADRENALINA, CHE DICE ALLA GENTE COME SI DEVE COMPORTARE, CHE URLA E INVEISCE MENTRE DOVREBBE OGNI GIORNO RIFLETTERE SULL’OMICIDIO COLPOSO DA LUI COMMESSO PER NON AVER RISPETTATO IL CARTELLO CHE DICEVA “STRADA NON PRATICABILE”. UNO CHE HA SULLA COSCIENZA LA MORTE DI 3 PERSONE E IL DOLORE SENZA FINE DI UNA LORO FAMIGLIARE DOVREBBE ALMENO STARE LONTANO DAI RIFLETTORI. ELI

  7. nicola
    Maggio 19, 2014 alle 07:40

    ha detto:

    purtroppo queste situazioni ti rattristano l’anima ed il cuore ti marchiano a vita, ci vuole una grande forza di volonta’ per riprendersi ed andare avanti,sia per la ragazza che per grillo che ha perso i suoi amici.certe cose non si dimeticano mai anche se ti sforzi, capisco la ragazza ma capisco anche grillo.