Interviste
 
Il dog coach del programma tv di Sky, Cambio Cane, dice la sua sull'ultimo caso a Settimo Milanese
(KIKA) - MILANO - Un altro bambino vittima dell'attacco di un cane. Ancora una volta quello che dovrebbe essere il migliore amico dell'uomo, e che oggi è impiegato anche in ambito medico attraverso la pet therapy, diventa invece il suo aguzzino. E' successo a Settimo Milanese, a pochi chilometri dal capoluogo lombardo: un rottweiler senza guinzaglio né museruola si è scagliato contro un bambino di due anni azzannandolo a un braccio e a una gamba mentre si trovava in braccio al suo papà.
Pochi minuti di terrore durante i quali la madre ha gridato e difeso il suo piccolo con tutte le forze liberando la sua gamba dalla morsa dell'animale, prima che sopraggiungesse il padrone del cane. "Ha azzannato anche me alla spalla - ha dichiarato la madre - ma per fortuna ha lasciato il bambino". Una tragedia, anche se soltanto sfiorata, che forse era possibile evitare. Angelo Vaira, dog coach protagonista del programma in onda su Sky, Cambio Cane, ci spiega come.

Angelo, il caso del bambino di Settimo Milanese è solo l’ultimo episodio di una lunga serie. Qual è il suo pensiero al riguardo?
“Innanzitutto bisogna stabilire con estrema esattezza come sia avvenuta l’aggressione. Non è facile fare processi se non si conosce bene la situazione. E’ importantissimo, inoltre, sapere quanti anni ha il cane e come è vissuto fino a oggi”.

Perché?
“Spesso mi capita di vedere servizi al telegiornale che parlano di aggressioni improvvise da parte di cani fino a quel momento docilissimi. Ciò non è possibile: gli animali danno sempre segnali prima di attaccare”.Di che segnali si tratta?
“In gergo tecnico vengono definiti segnali calmanti, in quanto vengono messi in atto dal cane quando una persona si avvicina al fine di scongiurare un conflitto imminente. L’animale si lecca il naso, sbatte gli occhi, annusa, sbadiglia: tutti gesti che il padrone deve essere in grado di riconoscere”.

Che tipo di cane è il rottweiler?
“Il rottweiler è un cane dotato di un’aggressività che è nel suo DNA e per il quale è stato selezionato fin dall’inizio. In origine veniva utilizzato infatti come animale da difesa dai macellai, i quali gli sistemavano nel collare l’incasso della giornata per essere certi che stesse al sicuro. Oggi è diventato un cane da guardia utile a tenere lontano gli intrusi: l’aggressività è una sua virtù”.

Quando questa virtù diventa pericolosa?
“Quando non è socializzato. Il cane deve fare le giuste esperienze per imparare a discernere quali sono i comportamenti accettati e quali sono da evitare. Noto spesso, inoltre, una tendenza a giustificare il cane da parte dei padroni, che dovrebbero invece rivolgersi a un professionista”.

Nel caso del bambino di Settimo, cosa può essere scattato nella testa del cane?
“Possono essere stati due gli elementi. Il cane potrebbe avere sferrato un attacco di tipo predatorio, scambiando il bimbo per una preda, ma è difficile. Più probabile che si sia sentito minacciato da qualcosa”.

Come si possono evitare episodi del genere?
“Il rottweiler deve essere educato fin dalle prime fasi della vita, quando ha ancora i denti da latte, a interagire con il contesto sociale: in particolar modo con le persone e i bambini. Le esperienze sono fondamentali e per questo è importantissimo che ogni padrone si rivolga a un allevatore in grado di mettere nelle sue mani tutti gli strumenti necessari. Dopodiché l’aggressività va indirizzata verso i target giusti, affinché capisca quando deve attaccare e quando no”.

Il cane che ha aggredito il bambino era senza museruola e senza guinzaglio.
“E’ un grave errore, il guinzaglio è fondamentale. Ma non deve essere mai troppo corto perché genera stress nel cane: l’animale dev’essere sempre sotto controllo ma deve avere anche la possibilità di fare le sue esperienze”.

Ci dice quali sono le regole fondamentali per la corretta educazione di un cane?
“Innanzitutto il padrone deve imparare la corretta gestualità nell’interazione con l’animale. Deve essere in grado di capire se il suo cane è mordace, cosa che non dipende necessariamente dalla razza. Deve insegnare al cane a percepire le persone e i suoi simili non come minacce e infine deve rispettare le sue esigenze”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
  1. Marcello Puddu
    Maggio 22, 2013 alle 11:36

    ha detto:

    great

  2. laxandrea
    Maggio 7, 2013 alle 18:15

    ha detto:

    Molto interessante. Bravo Luca!