Interviste
 
Da La vie d'Adele ai film di 007 c'è un abisso: ecco cosa ci ha detto l'attrice francese.
LOS ANGELES – Se c’è una novità da sottolineare con Spectre, il nuovo James Bond movie, ora nelle sale anche in Italia, è che finalmente James Bond ha trovato una donna con cui fare sul serio. Quella donna è Madeleine Swann, interpretata dalla francese Léa Seydoux. Diretto da Sam Mendes e con anche - oltre a Daniel Craig forse per l’ultima volta nei panni di 007 - Christoph Waltz, Ralph Fiennes e la nostra Monica Bellucci, la pellicola ha il compito di incassare più di quanto non abbia fatto il precedente, Skyfall (che ha superato il miliardo di dollari).

Il film che ha reso famosa Léa Seydoux, 31 anni, è stato La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, Palma d’oro al festival di Cannes nel 2013, ricordato da molti per le scene esplicite e appassionate tra le due giovani protagoniste, Adele appunto, ed Emma. Lea però ha già lavorato anche con registi del calibro di Woody Allen (in Midnight in Paris), Wes Anderson (in The Grand Budapest Hotel) e Quentin Tarantino (in Inglorious Bastards) e presto la vedremo anche in The Lobster, diretto dal greco Yorgos Lanthimos, ambientato in un mondo in cui i single devono trovare un compagno o si trasformeranno in animali e in Solo la fine del mondo, film dell’enfant prodige  Xavier Dolan (il regista canadese 25enne di Mommy), dove reciterà accanto a Marion Cotillard e Vincent Cassel.



Diciamolo subito, il suo nome per intero è Léa Hélène Seydoux-Fornier de Clausonne. Suo nonno è Jerome Seydoux, presidente della casa di produzione cinematografica Pathé (ha coprodotto, per esempio La grande bellezza di Paolo Sorrentino) e suo prozio Nicolas Seydoux è il presidente dell’altra grande casa cinematografica francese, la Gaumont.

Ecco, diciamolo subito, aggiungiamo anche che mia madre è stata attrice per un breve periodo (nel film di Maurice Pialat,  À Nos Amours) e che non ho mai chiesto aiuto in famiglia per diventare attrice.



Come avviene la selezione per una Bond Girl?

La prima audizione si è svolta in una camera d’albergo a Parigi. Ero arrivata molto in anticipo, ero nervosa e c’erano altre tre attrici per lo stesso provino. Ero stressata e ho deciso di bere una birra per rilassarmi. Errore! Poco dopo ci hanno chiesto di leggere le battute del film Casino Royale e Quantum of Solace e quando è toccato a me non ricordavo più nulla. È stato terribile, è un miracolo che mi abbiano richiamata per rifare il provino.

Cosa ha trovato dunque in lei Sam Mendes?

Aveva visto La vita di Adele e gli era piaciuto molto. Mi ha detto che cercava un’attrice in grado di ispirare tenerezza e voglia di protezione, ma che fosse anche una donna forte.



Come sono cambiate le donne nei film di 007?

Sono più forti, penso a Eva Green in Casino Royale, il suo personaggio – Vesper Lynd – ha fatto scuola. Il mio è ancora più forte, non ha bisogno di Bond per esistere. Sono passati tanti anni da quanto le Bond Girl si chiamavano Octopussy, Pussy Galore e Honey Rider ed erano solo belle presenze, accessorie alla trama principale.

Lei ha letto il copione prima di accettare la parte?

No, è stato tenuto segreto a lungo. Sam mi aveva detto  che non lo potevo leggere ma di fidarmi di lui, che la mia parte, quella di Madeleine Swann, sarebbe stata importante, che per la prima volta Bond avrebbe interrotto la sua attività segreta per una donna. Che si sarebbero innamorati. Mi ha convinta.

Chi è Madeleine Swann?

Una psichiatra che lavora in una clinica privata nelle alpi svizzere. Ed è la figlia di uno dei nemici di Bond, Mr. White. È un personaggio molto chic, molto più di quanto lo sia io nella vita privata, e cambierà la vita di Bond. Il suo nome, Madelaine Swann allude al romanzo di Marcel Proust Dalla parte di Swann, in cui il protagonista, dopo aver imbevuto nel tè un dolce ‘madeleine’, ricorda come egli era solito mangiarne, da piccolo, la domenica mattina. Questo nome è stato scelto apposta, perché questa Bond Girl metterà in moto qualcosa di profondo nella memoria di Bond.



 Com’è stato girare un film d’azione con un budget da 250 milioni di dollari?

Molto difficile da un punto di vista tecnico, il ritmo è molto diverso rispetto a quello di un set di un film d’autore. Mi è piaciuto, è stata un’esperienza importante per la mia carriera. Sam Mendes ha girato anche film più piccoli, indipendenti, ha fatto teatro, ha un ottimo rapporto con gli attori, verso i quali mostra grande sensibilità.

Lei ha lavorato anche con registe donne, c’è differenza?

Quando la regista è donna è più facile trovarsi sullo stesso piano, quando il regista è un uomo, per forza di cose, c’è sempre un elemento di seduzione. Ma è comprensibile, anch’io se dovessi essere regista sceglierei un attore secondo i miei gusti e inclinazioni.



A proposito di donne, sul set cè anche Monica Bellucci.

Una grande donna. E’ stata una mossa intelligente averla sul set, avere sul set una ‘Bond Lady’. Dimostra a noi donne che il fascino non si esaurisce con i vent’anni, anzi aumenta se sai come coltivarlo.

Marta Valier
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