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È il volto nuovo della cinquina delle migliori attrici protagoniste agli Oscar 2016.

Saoirse Ronan è il volto nuovo della cinquina delle migliori attrici protagoniste agli Oscar 2016.

La Ronan, irlandese, 22 anni il prossimo aprile, recita da quando ne aveva dieci, prima in tv e poi al cinema.

Il suo primo film importante è del 2007, Espiazione di Joe Wright. Film che la portò alla sua prima candidatura all’Oscar, a soli 13 anni (è regalò un Oscar, per la colonna sonora, all’italiano Dario Marianelli). Poi ha girato Amabili resti, Hanna, The Host e, due anni fa, Grand Budapest Hotel di Wes Anderson.



 

Ora ha ottenuto la sua seconda nomination per il ruolo di una giovane immigrante irlandese in Brooklyn di John Crowley, tratto dall’omonimo romanzo di Colm Tóibín.Volevo tanto raccontare una storia irlandese, con un regista irlandese. Qualcosa che fosse autentico e che allo stesso tempo raccontasse una storia un po’ diversa da quelle che si conoscono sull’immigrazione”.

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Quella raccontata in Brooklyn è infatti la storia di una giovane donna che, negli anni ’50, lascia il suo paese per arrivare in America. Qui prima viene travolta dalla nostalgia di casa e poi si innamora di un bel ragazzo di Brooklyn.

La prima parte del film è stata girata in Irlanda, in un paese a venti minuti da dove sono nata. E’ stato emozionante, era come se per la prima volta la mia infanzia e la mia carriera entrassero in collisione, ed anche per la seconda parte del film non è stato molto diverso, Eilis, il mio personaggio, si trova improvvisamente a dover badare a se stessa, in una terra nuova, lontano dalla famiglia. E’ la storia mia e dei miei genitori, che hanno lasciato l’Irlanda quando ero piccola per venire a New York e ricominciare la loro vita. Ero e sono particolarmente legata a questo film”.



Saoirse Ronan dimostra più dei suoi quasi 22 anni ma, secondo lei, a farla crescere troppo in fretta non è stato il lavoro al cinema. “Credo che ci sia differenza fra essere troppo cresciuti per la tua età e essere semplicemente maturi e capaci di affrontare la vita al di fuori del nucleo famigliare e della scuola. Spero che la mia carriera mi abbia fatto maturare in questo senso”.

Della candidatura all’Oscar le ha detto sua madre, in lacrime “Stavo dormendo, è entrata come una furia in lacrime e mi ha dato la notizia, ci siamo abbracciate”. Ora rispetto, alla prima nomination, le cose sono diverse: “Allora ero una bambina ed ero al mio terzo film, la candidatura era una cosa bella ma ora significa molto di più. Ora lavoro da dieci anni, metà della mia vita l’ho passata su un set" riconosciuta e apprezzata dai colleghi, ora ha un significato ben diverso per me”.

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