martedì, 26 Marzo 2013

Il chiosco dei panini anti N’drangheta

di Matteo Ghidoni
Hanno dato fuoco al suo furgone, ma Loreno dice: "No alla mafia"
(KIKA) - ESCLUSIVO - MILANO - Una storia di coraggio, che comincia con un incendio. La notte fra il 17 e il 18 agosto di quest'anno, la ndrangheta milanese ha dato fuoco al chiosco di panini di Loreno Tetti, il motivo? Lui si era rifiutato di pagare un pizzo di mille euro al mese ai suoi "protettori". "Gli ho detto che quei soldi non li avevo, loro mi hanno minacciato e hanno tagliato le gomme del camion su cui lavoravo. Ho continuato a rifiutare di pagare e loro hanno appiccato le fiamme al mio chiosco". Dopo diversi mesi e grandissimi sforzi, Loreno oggi è tornato a lavorare, nello stesso luogo, con un furgone diverso. Proprio accanto alla carcassa sbruciacchiata del suo vecchio chiosco. "Certo, ora ho un po' di paura, ma questo è il mio posto e questo è il mio lavoro. Resto qui". I ragazzi del Politecnico, davanti cui Loreno lavora, hanno deciso di stargli vicino: "Hanno appeso un bello striscione di solidarietà qui davanti e organizzano pranzi di gruppo per sostenere la mia causa, il 21 Ottobre per esempio faranno una raccolta fondi, per aiutarmi a mettere a posto il furgone su cui lavoro adesso". DISPONIBILE INTERVISTA