lunedì, 21 Agosto 2017

Flowers, fiori nel giardino della serialità inglese

di Corrado Gigliotti
L’estate è un’ottima stagione per andare in campagna
L’estate è il momento migliore per recuperare qualche bella pagina di serialità che d’autunno è sovrastata dalle superproduzioni dei grandi network americani. E poi l’estate è anche un’ottima stagione per andare in campagna.

The Flowers è un’affascinante black comedy inglese, scritta da Will Sharpe, che segue nella loro casa in campagna l'eccentrica famiglia Flowers composta da Maurice, capofamiglia depresso autore di libri per bambini, la moglie Deborah, insegnante di musica isterica quasi ai limiti della sanità mentale, i figli gemelli di 25 anni, Donald inventore di cose inutili e non funzionanti ed Amy musicista; fratello e sorella sono innamorati entrambi della bella vicina di casa Abigail. Concludono il quadretto la mamma di Maurice, Hattie, affetta da demenza senile e il giovane ospite fisso di casa, il giapponese Shun, illustratore dei libri di Maurice che si relaziona con i componenti della famiglia attraverso una surreale pronuncia inglese, ed esprimendosi pochissimo e male risulta quasi sempre il più sensato.

La narrazione procede per salti, ma senza lasciare dubbi su quanto ci sia da capire.

Inverno: un uomo mette una scala contro un albero... non ci sono frutti sull'albero da raccogliere. Lo sguardo dell'uomo non è felice, l'inverno è anche nella testa, ha con se una corda con un nodo scorsoio ad una estremità.
La corda si rompe e l'uomo cade a terra... Un buon inizio per questa commedia, quel che si dice “mettere le carte in tavola!”

Un altro salto, è l'anniversario di matrimonio, Deborah vorrebbe organizzare una festa ma non sa chi coinvolgere, rimedia invitando il vicino di casa con la figlia Abigail, per la gioia dei gemelli e dei carpentieri che stanno lavorando nelle vicinanze. La festa si rivela chiaramente terribile, tutti si rivelano innamorati della persona sbagliata, la stanza è piena di gelosia e di rabbia mentre in sottofondo si sente il pianoforte melanconico suonato da Amy.



L’adorabile nonnina capostipite, nel frattempo, al piano di sopra ha trovato la corda (proprio quella della prima scena), capisce al volo di chi è e cosa sarebbe dovuta servire, per proteggere il figlio e non turbare la festa cerca di nasconderla in alto, non ci arriva, ha bisogno di una sedia, la prende, tenta di salirci sopra, scivola…
La trova un ragazzino allievo di Deborah, infelice per il divorzio dei genitori, al quale maldestramente Maurice intima di non raccontare nulla del cappio.

La festa quindi si trasferisce in ospedale dove la nonna dopo poco morirà.

Aldilà degli incastri narrativi che comunque conservano un certo ritmo, la serie è una gloriosa dark comedy sulla depressione e sulla rabbia, con momenti surreali, toni di infinita tristezza, ritmi da tragedia, ma anche sconvolgenti inquietudini e molte risate amare. Ovviamente tutte le emozioni prendono le mosse dal complicato intreccio familiare dei Flowers, famiglia disfunzionale che abita in una casa isolata, immersa nella grigia campagna inglese. I protagonisti rappresentano il consueto ritratto di famiglia con amori, sospetti ed insicurezze, difficoltà relazionali, depressione e crisi matrimoniale, e il tono dark della narrazione serve a rassicurarci che è tutto a posto, se ce l’hanno fatta loro…

Non si piange guardando “the Flowers”, vince su tutto l'ironia; in ogni caso per sei episodi ci possiamo permettere un rinfrescante binge watching nella fredda campagna inglese a sorridere dell'umana ordinaria follia.

Prima TV Regno Unito su Channel 4 in collaborazione con la piattaforma streaming TV statunitense Seeso in onda dal 25 al 29 aprile 2016 per sei episodi dalla durata di 30 minuti.

Hashtag #unavoltaquieratuttacampagna                                             Voto 7

 

Corrado Gigliotti

Comunicatore, screen addicted, ha studiato con Carlo Freccero e Felice Rossello, se qualcosa è rimasto tra i neuroni potrebbe valere la pena leggerlo.

gigliocorrado@twitter.com