martedì, 2 Settembre 2014
Shameless: quando sogno americano fa rima con servizi sociali
L'America povera, raccontata senza pietismi e con tanto humor
La serie racconta della disfunzionale famiglia Gallagher, composta dal padre alcolista Frank e dai figli Fiona, Lip, Ian, Debbie, Carl e Liam.

Diffidate da quelli che vi vogliono raccontare «Shameless» come «la storia della pazza famiglia Gallagher» ... se vi piacciono le storie à la Bradford, avete sbagliato programma; se invece volete cinismo e sarcasmo e nuovi poveri e critica allo stato sociale, ma il tutto condito con divertimento, onestà intellettuale e zero autocommiserazione, date un'occhiata. Perchè non stiamo mica parlando dei «Miserabili»: lo show a volte fa pensare, ma è divertente.

Il tema dell’emarginazione, della difficile condizione di partenza, è sviluppato dal punto di vista delle diverse personalità dei personaggi, in un gioco psicologico più che sociologico; in Shameless, i buoni non vincono sempre, ma vedrete soluzioni creative(!) a situazioni strambe, codici etici ridotti al minimo tanto solidi quanto poco convenzionali, sesso parecchio, di tutti i generi e inclinazioni -ché costa poco, e i Gallagher non hanno soldi da sprecare- e il giusto tono cinico-scanzonato davanti a drammi e amenità ( tra l’altro, quest’anno trovate la “miglior coppia gay della tv” eletta da Vanity Fair!).

Nelle prime tre serie, potreste essere colti da un’inspiegabile simpatia verso il protagonista Frank Gallagher (William H. Macy) , che lascia giacere la sua numerosa famiglia nell’indigenza, assicurandosi solo di fregare l’assistenza sociale USA con ogni stratagemma possibile per poter continuare a trascorrere le giornate al bar.

Beh, se siete tipi tutti d’un pezzo no, non vi sarà simpatico.

Il resto della famiglia e dei comprimari è una galleria di personaggi che quasi ognuno da solo varrebbe uno spin off.

Alla fine della quarta serie Fiona Gallagher (la bravissima Emmy Rossum), il contraltare di Frank, sorella maggiore/madre per forza/scudo di fatto del resto della truppa/ottimista-contro-ogni-evidenza-professionale-e-sentimentale, insomma, una a cui la vita non ha mai regalato niente (presentandole anche i conti dello strampalato genitore), si trova in una situazione per lei inedita: guadagna bene, ha un buon lavoro d’ufficio, colleghi gentili e un fidanzato –diremmo noi – “normale”.

E’ allora che viene travolta dal suo passato.

Dalla sua educazione squilibrata, dai suoi trascorsi di “genitore” anomalo.

In pratica dalle sue origini.

E questo è quello che dice al suo fidanzato nel suo day after dopo che scoperta, capisce che ha rovinato tutto per un’avventura con il di lui fratello, il cattivo soggetto dal quale è difficile liberarsi, soprattutto se abita dentro di noi.



“Ti devo una spiegazione.

Perchè quello che ho fatto è stato folle

e continuo a chiedermi perchè l'ho fatto.

L'unica ragione che mi viene in mente è che

pensavo di voler dimostrare qualcosa a me stessa.

Non a te, ma a me.

Dimostrarmi che non merito te...

O questo lavoro, o i tuoi genitori,

o i tuoi amici.

Tutta questa gente simpatica,

normale ed efficiente.

Davvero non pensavo di meritare

nulla di tutto questo.

 

E, alla fine, avevo ragione.”

[http://youtu.be/ghdZT7990N8]



Niente sogno americano, per Fiona. E per tutti il pensiero di non essere così diversi.

Dopo quattro stagioni, la trama prende una piega per cui sarà impossibile mantenere la precedente struttura narrativa: poco male, in genere in 3 /4 stagioni si dà il meglio, e il resto sono marchette, come è successo a show anche più famosi.

Mentre scrivo la serie deve ancora finire, ma mi fido della “Garanzia ShowTime” (Dexter, Californication, Homeland, insomma, quelli bravi).

Hashtag #siamotuttiunpogallagher -  Voto 8 [ 7,5+ mezzo punto perché la serie è andata migliorando nel tempo invece di limitarsi a garantirsi il rinnovo]-  attualmente la stagione 4 è in onda sulla rete USA ShowTime)

Corrado Gigliotti
Comunicatore, screen addicted, ha studiato con Carlo Freccero e Felice Rossello, se qualcosa è rimasto tra i neuroni potrebbe valere la pena leggerlo.
gigliocorrado@twitter.com