mercoledì, 28 Dicembre 2016

Tre per cento, su Netflix si parla brasiliano

di Corrado Gigliotti
Dopo Narcos ecco un’altra serie non anglofona e ambientata totalmente in Sud America.
(KIKA) In casa Netflix si parla brasiliano. Dopo Narcos ecco un’altra serie non anglofona e ambientata totalmente in Sud America.

3% è il remake di una web serie, la prima stagione è disponibile in lingua originale, ovviamente sottotitolata, ma lungi da essere una pecca la fruizione in lingua originale rende il tutto ancora più godibile e coinvolgente; inoltre si tratta della prima produzione totalmente brasiliana di Netflix.

Olè, samb… ah no.

Ci troviamo in un futuro non troppo lontano, in una realtà compromessa da miseria e povertà, la società è totalmente allo sbando, senza guida, senza possibilità di redenzione e soprattutto senza speranza. Anzi, con un’unica speranza.

Probabilmente non dev’essere stato difficile ricreare questa realtà alterata utilizzando come location le favelas brasiliane; in effetti la sensazione è proprio questa: il mondo intero è diventato una enorme favelas dalla quale c’è solo un’ esile possibilità di fuga: il 3 % dei giovani ventenni infatti avrà la possibilità di entrare a far parte di una comunità parallela e tecnicamente perfetta, Maralto.

A gestire le selezioni una società elitaria che ha tra le mani il potere di decidere chi sarà degno di entrare a in questa specie (ma sarà vero?) di paradiso terrestre. Le prime puntate mostrano le fasi del PROCESSO al quale sono sottoposti i candidati e si dipanano pian piano scenari psicologici inaspettati, pecche nelle fasi di selezione e caratterizzazioni interessanti sia dei candidati che degli esaminatori.

Nonostante l’evidente somiglianza di molti elementi del racconto con “Hunger Games”, %3 ha una caratteristica fondamentale che la rende particolarmente avvincente e inquietante: è realistica.

L’ambientazione cronologica è molto vicina alla nostra realtà, non vediamo mai tecnologia troppo avanzata o fantascientifica, i costumi, l’abbigliamento, tutto è assolutamente contemporaneo o quasi, come gli stessi scenari e le ambientazioni. Questo porta a pensare: potrebbe accadere domani. O forse non ce ne siamo accorti ed è già accaduto, e nella serie il percorso da superare è solo formalizzato e reso evidente.

Anche i personaggi sono “umani troppo umani”, non ci sono super eroi, ma persone fallaci e imperfette sia  nella schiera dei candidati che in quella degli esaminatori.

Fin dalle prime puntate il primo ad essere evidentemente non tutto un chilo è tale Ezechiel , che sta a capo del processo di selezione, manovra da lontano i test ( ma spesso anche da vicino in maniera molto violenta), gioca spesso a fare Dio, sottoponendo i candidati a pressioni psicologiche pesanti, ma contemporaneamente è sospettato dalla organizzazione centrale di non essere poi così attento e scrupoloso. In effetti il fantomatico governo centrale qualche ragione ce l’ha. Un bel complotto non si nega a nessuno, a conferma che anche nel mondo “perfetto” la perfezione non esiste.

3% è interessante nel suo essere molto vicino alla realtà odierna e nell’raccontare in “salsa latina” un tema comunque già affrontato molte volte. Da vedere, anche per confrontare canoni narrativi e modalità realizzative di produzioni non anglosassoni con gli “standard” della serialità odierna.

Casa di produzione Boutique Filmes; pubblicazione originale e in Italia(sottotitoli) dal 25 novembre 2016 con rilascio contemporaneo di tutte le puntate.

hashtag #nonsolopelè-zico-neymar

voto 7