Spettacolo
venerdì, 5 Agosto 2016

"Marilyn si è suicidata", dissero, ma non ci crede più nessuno

di Chiara Bruschi /Francesca Scorcucchi
Tante sono le domande senza una risposta ufficiale.
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(KIKA) - LOS ANGELES - L’infanzia infelice di Norma Jeane Baker è fin troppo nota: un padre che non ha mai conosciuto, una madre con problemi mentali, un continuo entrare e uscire da orfanotrofi e famiglia affidatarie e perfino una violenza subìta in giovane età. Quando inizia a posare come modella, è castana, ha un naso leggermente più pronunciato ma si rende subito conto del fascino che la sua figura sprigiona e in pochi anni Norma Jeane diventa Marilyn Monroe, una delle star più amate di Hollywood, un’icona senza tempo che Andy Wahrol sceglie come opera d’arte, una garanzia di guadagni milionari per le case di produzione che la scritturano per i loro film "odiosi" da "oca bionda", come diceva lei, che a un certo punto della sua carriera non avrebbe mai più voluto girare. La sua fine, come è noto, è tragica e al tempo stesso misteriosa.

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Secondo alcuni, l’ombra dei Kennedy sulla sua morte della protaognista di A qualcuno piace caldo si allunga sempre più minacciosa. L’attrice era stata l’amante di John Fitzgerald Kennedy per anni, e, dopo una focosa relazione con il fratello Bobby, si era vista chiudere la porta in faccia da entrambi. Nessuno dei due avrebbe mai mantenuto la promessa di lasciare la moglie per lei.

In preda alla rabbia l’attrice avrebbe minacciato di rivelare il contenuto del suo diario, sui rapporti dei Kennedy con la mafia e sul tentativo di assassinare Fidel Castro.

Marilyn, proprio per il suo legame con alte figure di stato, era costantemente sorvegliata dall’FBI di J Edgar Hoover, a sua insaputa, ed era vista come una bomba a orologeria pronta a esplodere.

Tante sono le domande senza una risposta ufficiale: cosa ci faceva Robert Kennedy, l’allora ministro della giustizia, il 4 agosto a Helena Drive poco prima che l’attrice morisse? Perché alcuni campioni di organi prelavati in autopsia dal corpo dell’attrice sparirono senza lasciare traccia? Come mai la testimone chiave Eunice Murray, sua governante, racconto versioni così tanto discordi l’una dall’altra? E perché nessun poliziotto ascoltò, durante le indagini, James Hall, autista dell’ambulanza che intervenne la sera del 4 agosto e che raccontò alla stampa di aver assistito alla morte dell’attrice, sotto i suoi occhi?

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