Visti per voi
 
Il film ha cinque nomination ai prossimi Oscar
Un po’ thriller ad alta tensione, un po’ documentario e giornalismo investigativo, Operazione Zero Dark Thirty , ora nelle sale italiane, è la ricostruzione della caccia condotta da un gruppo di agenti della CIA contro Osama bin Laden, il capo dell’organizzazione terroristica Al-Qaeda, responsabile dell’attacco alle Torri Gemelle. Una caccia durata dieci anni, guidata da una donna, Maya, interpretata da Jessica Chastain, e culminata con la cattura del terrorista da parte dei Navy Seals in Pakistan, nel maggio del 2011.
Il film nasce della collaborazione tra il giornalista e sceneggiatore Mark Boal e la regista Kathryn Bigelow; i due avevano gia’ lavorato insieme al film The Hurt Locker, per il quale la Bigelow ha vinto un Oscar, prima donna regista a ottenere tale riconoscimento. Film controverso Operazione Zero Dark Thirty, ha provocato polemiche perché c’è chi sostiene che il film trasmetta il messaggio fuorviante che la tortura sia efficace nel reperire informazioni fondamentali.

Il film si apre con una scena piuttosto lunga e cruenta nella quale un uomo accusato di terrorismo subisce un interrogatorio durante il quale viene usata la tecnica del “waterboarding” (acqua viene gettata in faccia all’interrogato immobilizzato dandogli la sensazione di stare affogando – nel 2009 il presidente Obama ha ufficialmente vietato questa pratica). Altre scene di tortura piuttosto vivide sono presenti nella prima parte del film. Da quegli interrogatori, gli agenti Dan (Jason Clarke) e Maya ottengono informazioni che consentono loro di entrare in contatto con un corriere di Al-Qaeda che li porterà al nascondiglio di bin Laden in Pakistan.
La Bigelow, snobbata per la nomination all’Oscar per la regia che molti davano per certa, ha dichiarato che il suo film e’ apolitico e non intende prendere alcuna posizione sull’efficacia o meno della tortura. “Il film racconta in due ore e mezzo un’operazione di intelligence durata dieci anni. Abbiamo descritto una serie di pratiche e metodi di intelligence anche controversi, ma basati sulla realtà dei fatti, che sono stati usati nella caccia a bin Laden.Nel film e’ chiaro che nessun metodo in particolare ha risolto il caso, ne’ si puo’ scegliere di isolare una scena perche’ da sola non cattura l’essenza del film.Il fattore principale del successo di questa operazione è dipeso dal duro lavoro e dalla dedizione degli agenti segreti che per anni hanno lavorato a questa operazione di carattere globale”.

Chi ci si è dedicato più di ogni altro è Maya, l’agente della CIA interpretata da Jessica Chastain, molto brava nell’interpretare questa donna completamente assorbita dall’impegno di trovare bin Laden.
“Credo di essere stata risparmiata per portare a termine questo lavoro” dice Maya a un certo punto riferendosi al fatto che molti suoi colleghi sono morti durante un’operazione. Quando Maya capisce dove è nascosto bin Laden, diventa ossessiva con i suoi capi che non si decidono a dare l’ok per l’operazione di cattura. “Per me Maya è come un computer. E’ la persona più intelligente del gruppo, e ha un fanatismo che le rende difficile persino fare amicizia perché ha un solo scopo da raggiungere”. Così la Chastain descrive il suo personaggio. “Non ho mai incontrato la vera Maya, e non vorrei mai incontrarla perché è un’agente sotto copertura e questo la metterebbe in pericolo. Quello che so è che è un’ottima agente e mi sento più sicura sapendo che c’è lei là fuori a prendersi cura di noi”.

Per la sua interpretazione, l’attrice ha vinto un Golden Globe ed è candidata all’Oscar come miglior attrice protagonista.
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