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domenica, 1 Gennaio 2006

Il Vaticano, levata di scudi contro “Il Codice da Vinci”

di Redazione
(KIKA) – LOS ANGELES, 5 MAGGIO 2006 – E’ con una evangelizzazione a tappeto che la Chiesa Cattolica si prepara a rispondere a “Il Codice Da Vinci”, il film di Ron Howard atteso nei cinema americani il prossimo 19 maggio e tratto dall’omonimo romanzo scritto dal critico d’arte Dan Brown. “Dire che la Chiesa Cattolica […]
(KIKA) - LOS ANGELES, 5 MAGGIO 2006 – E’ con una
evangelizzazione a tappeto che la Chiesa Cattolica si prepara a rispondere a
“Il Codice Da Vinci”, il film di Ron Howard atteso nei cinema americani il
prossimo 19 maggio e tratto dall’omonimo romanzo scritto dal critico d’arte Dan
Brown.“Dire che la Chiesa Cattolica si sente minacciata
e’ improprio – ha spiegato la scrittrice cattolica Amy Welborn che negli ultimi
due mesi ha viaggiato ovunque, dentro e fuori gli Stati Uniti per smentire
quelle che lei stessa definisce le false verita’ del libro – “di vero c’e’ solo
che adesso piu’ che mai, la Chiesa ha sentito il bisogno di diffondere messaggi
concreti e di contrapporli alle false verita’ de “Il Codice Da Vinci” che
invece fantastica su Gesu’ e sulle prime fasi della Cristianita’”. Volata in una sola settimana da Palos Verde,
California, a Chicago, Illinois, a Houston, Texas, la Welborn, nata nello stato
dell’Indiana in cui ancora oggi vive, e’ uno degli ingranaggi di una crociata i
cui ritmi sono scanditi da conferenze internazionali, nelle quali “la gente,
fedeli e curiosi, continua a chiedere se e’ vero che Gesu’ e Maria Maddalena
fossero sposati oppure se e’ vero che i Vangeli mentono”. Autrice di 12 libri, quattro dei quali dedicati
alle questioni sollevate dal romanzo, la scrittrice ha precisato che il
Vaticano non ha suggerito di boicottare il film: “e’ stato l’arcivescovo Angelo
Amato a suggerire di farlo nel corso di una conferenza sul ruolo dei media
nella evangelizzazione. Questa pero’ non e’ la posizione ufficiale della Chiesa
Cattolica che, in tutta sincerita’, ha di meglio da fare”. Il nocciolo, ha
chiarito la Welborn, e’ che non si puo’ permettere ad un libro o ad un film di
dire alla gente cosa pensare, in cosa credere e cosa rifiutare. L’idea di
organizzare queste conferenze in giro per il mondo e’ una esigenza nata dal
basso: “erano gli stessi fedeli a chiedere ai preti della loro parrocchia
quanto di vero ci fosse ne “Il Codice Da Vinci”. Ma per poter affondare i colpi
giusti, e’ necessario incontrarlo il nemico: “Vedro’ il film cosi’ come ho
letto il libro. Non potrei parlarne se non conoscessi a fondo le tematiche di
cui tratta”. E se il film dovesse avere lo stesso successo del libro, poco
male: “Il Codice Da Vinci” e’ solo una opportunita’ per insegnare alla gente le
verita’ della Cristianita’. La popolarita’ che il libro ha avuto e anche il
film avra’ sono solo una ulteriore carta che la Chiesa puo’ usare a suo favore.
Il suo lavoro d’altronde non finisce mai”.