Cronaca Italiana
venerdì, 24 Maggio 2013

Grasse, il carcere che uccide. Parla il padre del ragazzo morto

di Massimo Rosi
Giancarlo Faraldi non è convinto e vuole vederci chiaro
VENTIMIGLIA - Claudio Faraldi, ex tossicodipendente di 29 anni di Ventimiglia, è morto per arresto cardiaco l'8 maggio scorso nel carcere di Grasse, in Francia, in circostanze ancora da chiarire. Il padre Giancarlo non si dà pace: sul corpo non ci sono segni di percosse ma saranno l'autopsia e gli esami tossicologici a chiarire ogni dubbio.

In un misto tra commozione e rabbia, Faraldi racconta del rapporto con suo figlio, dei problemi di droga, degli anni della comunità di San Patrignano, da cui poi il figlio è scappato finendo in Francia. "Non sono riuscito a gestirlo come avrei dovuto, non è facile per nessuno. Una volta uscito voleva tornare da me: era pulito, si voleva sposare e aveva già un lavoro ad attenderlo".

Faraldi aveva tre figli e non è il primo italiano a morire nel carcere di Grasse: tre anni fa anche Daniele Franceschi era deceduto per arresto cardiaco. La madre Cira, così come Giancarlo, non si è mai arresa ed è perfino arrivata a incatenarsi a Parigi pur di avere verità e giustizia.

L'autopsia sul corpo del figlio non è mai stata possibile: il cuore era stato rimosso. La mamma di Daniele è andata a Nizza il giorno dell'autopsia di Claudio per chiedere giustizia anche per suo figlio.

Le morti sospette nei carceri francesi sono centinaia, il sovrappopolamento è un problema e la gestione medica e psicologica dei detenuti non è sempre facile, tutto a spese dei detenuti.

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