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giovedì, 29 Agosto 2013

Festival di Venezia: Un Leone d’oro di nome Friedkin

di Luca Mottaran
Il regista statunitense riceve il prestigioso riconoscimento alla carriera
VENEZIA - Un emozionato William Friedkin ha ricevuto uno dei più prestigiosi premi per chi ha fatto del cinema e delle cineprese non soltanto un lavoro ma anche una passione. Il regista statunitense ha infatti alzato in aria come un trofeo sportivo il Leone d?oro alla carriera. Un riconoscimento tanto atteso quanto meritato per un geniale artista che ha vinto nel 1972 il premio Oscar grazie alla pellicola Il braccio violento della legge.

Friedkin, che è diventato famoso anche grazie al film horror L?esorcista, ha confessato alla stampa presente al 70esimo Festival del Cinema di Venezia la sua visione del periodo in cui stiamo vivendo:

"Brecht diceva che l?arte non è uno specchio da mostrare alla società, ma un martello per trasformarla. Credo quindi che bisogna dare alle persone un?arte che faccia ragionare. Non ho alcun dubbio, purtroppo sul fatto che il mondo sia giunto alla sua fine. Tutti minacciano tutti, le armi sono nucleari, e basta un solo pazzo per far finire tutto. Chiunque potrebbe oggi mettere fine alla civiltà per come la conosciamo oggi. La missione del cinema è proprio quella di cercare di far ragionare. Non ci sono superman o batman, ma solo uomini normali, e io credo dobbiamo augurarci che il mondo ritrovi una persona come Gandhi o Martin Luther King, disposto a mettere in gioco la propria vita per la pace. Senza questo ci saranno sempre e solo governi che provocano o minacciano. E io, quando sento che il mio governo che ne minaccia un altro, mi vergogno".