Curiosità
martedì, 16 Febbraio 2021

Semi di cannabis: cibo per il corpo e per la mente

di Redazione
Sapevate che contengono una grande quantità di omega3?


Per chi non si è mai posto la domanda: i semi di cannabis si possono mangiare? La risposta è sì! E per chi non li avesse mai mangiati, la domanda è: perché? Attualmente, i semi di cannabis, insieme a tanti altri tipi diversi di semi rappresentano un’integrazione fondamentale ad una dieta sana ed equilibrata.

Oltre a questo, come tutti sanno i semi di cannabis, essendo un elemento della natura prezioso e antichissimo, vengono spesso collezionati. Chiunque può trovarli nei grow shop e nei negozi virtuali, come lo shop online Sensoryseeds.

I semi di cannabis sono preziosi

I semi non sono preziosi, sono preziosissimi! Servono alla sopravvivenza dell’uomo e al mantenimento della biodiversità degli ecosistemi.

Una curiosità relativa ai semi: è stato scoperto che gli elefanti possono portare i semi contenuti nei frutti che mangiano fino a 65km di distanza dal luogo in cui avevano iniziato a cibarsi. Se ne può intuire facilmente la modalità.

Così, anche gli elefanti contribuiscono alla biodiversità del pianeta. Tornando ai semi di cannabis, nello specifico, oltre agli effetti positivi che riguardano il nutrimento dell’uomo, secondo alcune ricerche questi semi possono aiutare a prevenire e combattere i sintomi di alcune condizioni psicofisiche poco piacevoli.

E’ opportuno sottolineare sempre, che quando si leggono le ricerche scientifiche, non basta scorrere velocemente il file e capire quello che conviene.

Le contraddizioni tipiche della ricerca scientifica (anche sui semi)

La scienza è fatta apposta per informare l’uomo in maniera esatta, almeno fino a quando non arriverà un'altra ricerca a contraddire o specificare determinati aspetti. Dunque, mai prendere nulla per oro colato. E’ sempre bene adeguare le informazioni alla propria persona, alle proprie esperienze, al proprio stile di vita.

Un esempio:

L'artrite reumatoide, condizione autoimmune nel corpo dell’uomo, provoca l'attacco da parte del proprio sistema immunitario ai tessuti dello stesso corpo. Questo porta l'infiammazione delle articolazioni a livelli più o meno alti. Una ricerca condotta nel 2014 sulle cellule umane ha evidenziato che l'olio di semi di cannabis potrebbe avere effetti antireumatici e quindi alleviare i dolori dell’artrite.

Successivamente, c’è stata una revisione. Nel 2018 è stato suggerito che le prove conclusive, secondo altri esperti, non sono sufficienti a dimostrare che assumere olio di semi di cannabis serva a trattare efficacemente le malattie reumatiche.

Gli autori, quindi, hanno opportunamente deciso di avanzare con ulteriori ricerche per capire meglio. Cosa si comprende da tutto ciò? Non si sconsiglia l’utilizzo dell’olio di semi di cannabis, né si dice che questo sia fonte di guarigione. Sicuramente utilizzarlo può essere positivo alla stregua di qualsiasi altro alimento nutritivo.

I semi di cannabis sono fonte di ricchezza

Quello che si sa per certo riguarda la grande quantità di omega3 presente nei semi di cannabis. (Oltre al fatto che il rapporto tra omega3 e omega6 contenuti nei semi può contribuire a ridurre l'infiammazione.)

Oltretutto, sono una ricca fonte di acido gamma linolenico (GLA), un acido grasso polinsaturo che può dare anche effetti, appunto, antinfiammatori.

In questo caso, ci sono studi effettuati sugli animali che parlano del fatto che il GLA può agire, in certi casi, come un potente antinfiammatorio. Allo stesso tempo, studi recenti effettuati sull'uomo evidenziano che l'acido gamma linolenico non è efficace in tutte le condizioni. L'uomo, probabilmente, elabora il GLA in modo più complicato. Questa potrebbe essere la causa per cui gli studi sull'uomo hanno prodotto risultati diversi e più vari rispetto a quelli sugli animali. Quindi? Anche se una ripetizione, bisogna tornare a dire che gli studi vanno esaminati con coscienza. Tra l’altro, è bene notare che in genere i ricercatori utilizzano estratti concentrati di semi di cannabis. In ogni caso, mangiare i semi può produrre effetti positivi, abbinando questi a tutto quello che viene previsto nella dieta suggerita, per esempio, da un nutrizionista

Nel caso in cui si riuscisse a ridurre l'infiammazione, questo può aiutare a gestire anche i sintomi di malattie croniche, come: la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2, l’artrite, le malattie cardiache e le malattie del fegato grasso non alcol-correlate.

Secondo la comunità medica, infine, sempre riguardo agli acidi grassi omega-3, c’è da dire che sembra che possano migliorare la vita al cuore e ridurre il rischio di problemi quali aritmie e malattie cardiache. Nel dubbio, perché non assorbirne un po’ da una manciata di semi al giorno?

Il profilo nutrizionale dei semi di cannabis

Sono molti gli scrittori scientifici che parlano dei benefici dei semi di cannabis sul corpo e sulla mente dell’uomo. Ma bisogna sottolineare che non sono pilloline magiche, bisogna comunque integrarli in una dieta sana ed equilibrata. Comunque, il profilo nutrizionale dei semi è molto interessante. I semi di cannabis contengono molte proteine, acidi grassi salutari e fibre. Tre cucchiai di semi di cannabis possono contenere fino a 116 calorie e le relative sostanze nutritive:

- Proteine 9,47 g

- Carboidrati 2,60 g

- Grasso 1,20 g

- Acidi grassi totali 14,62 g

- Acidi grassi monoinsaturi 1,62 g

- Grassi polinsaturi 11,43 g

- Acidi grassi saturi 1,38 g

I semi di cannabis sono anche una ricca fonte di vitamina E. Contengono minerali, come calcio, ferro, magnesio, potassio e zinco. In particolare, sono ricchi di: vitamina E, magnesio, fosforo e potassio.

Sono anche una buona fonte di ferro, zinco e vitamine del gruppo B, tra cui: niacina, riboflavina, tiamina, vitamina B6 e folato. Infine, i semi di cannabis contengono importanti livelli di arginina.

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