Litigi in redazione, il dibattito su Mercoledì
Puristi ed entusiasti, ecco le voci della nostra redazione dopo aver visto la serie.
Volete una recensione per essere indirizzati alla visione di una serie o di un film? Rivolgetevi altrove.
In questa rubrica vi proponiamo il dibattito redazionale (poco serio e molto faceto), sulle principali opere di intrattenimento distribuite tra grande e piccolo schermo, ma anche il brainstorming su temi d’attualità, gossip e chi più ne ha più ne metta, ma principalmente su film e serie tv.
La formula? Una riflessione fondata sui gusti personali, background, cultura personale o semplicemente sull’umore dei componenti della nostra redazione: cercando di fornire a ogni pensiero positivo, il contraltare negativo. A offrire le riflessioni ci pensano i nostri redattori da Napoli, Genova, Milano, Torino e Londra.
(KIKA) - MILANO - Abbiamo guardato Mercoledì, l'ultima fatica, la prima televisiva, di Tim Burton.
La serie punta su una versione totalmente ripensata e rimodernata de La Famiglia Addams: tutto ciò che in origine esaltava le meravigliose peculiarità dei personaggi (protagonisti o comparse) oggi è livellato sull'altare del politically correct.
Il risultato? I puristi (Torino), non possono fare a meno di passare il tempo a lamentarsi dei mille dettagli stravolti rispetto alle edizioni precedenti a quella prodotta da Netflix, i neofiti (Napoli) invece potranno scoprire un micromondo che iniziava a mancare da parecchio tra le grandi produzioni.
Va detto: l'intrigo aggancia lo spettatore, una specialità di Netflix. L'edulcorazione ha giovato agli Addams? Snocciolando le opinioni della nostra redazione e degli streaming collezionati dalla serie la risposta è sì. Torino smoccola.
A Torino non resta che dare fondo all'ironia per proseguire la visione, Milano invece mette l'accento sul fatto che nella scuola dedicata ai reietti il cibo sia proprio l'ultimo dei pensieri.
Genova non può fare a meno di restare colpita dalla grande cura che il comparto tecnico della serie ha riservato al panorama offerto allo spettatore: dai più piccoli dettagli alle riprese di più ampio respiro. Tanti stratagemmi, soprattutto in chiave narrativa per depistare lo spettatore dalla reale identità dell'Hyde, sono sembrati superficiali.
Arriviamo alla nostra esperta di moda, ma anche Juventina, che nota che la divisa nerazzurra (in realtà nella serie hanno anche un ricambio viola e nero), sia legata a doppia mandata ai reietti: coglierà la provocazione chi fa parte del vastissimo nugolo di appassionati di calcio. Da Londra invece si torna al purismo, l'austero guardaroba del passato è stato rimpiazzato in tutto e per tutto, forse prendendo una piega che Zerocalcare avrà notato appena sintonizzatosi su Nwtflix.
Fester è sempre stato un valore aggiunto nell'epopea della Famiglia Addams, Tim Burton non perde l'occasione di rispolverarlo nel momento topico della storia. La vena poco sobria dello zio di Mercoledì si rivela nella carena del sidecar, ma per Torino non è abbastanza.
Un punto sicuramente centrale della serie è la profondità riservata alla gran parte dei temi sociali che tanti grattacapi creano a chi si occupa di intrattenimento: Napoli sottolinea a più riprese questo aspetto, a Milano invece l'operazione delicatezza non convince.
Si può essere d'accordo o meno, ma Jenna Ortega ha la capacità di stregare lo spettatore, l'adulazione però non arriva fino dalle parti di Milano e Torino, che preferiscono le diverse sfumature date da Emma Myers a Enid alla mono-espressione di Mercoledì.
Davvero, non vi è sembrato in alcuni momenti che Nevermore ricordasse Hogwarts: la celebre scuola di magia di Harry Potter? Ma non solo la scuola: tante atmosfere, pur non arrivando alla citazione, ricordano quelle della saga nata dall'immaginazione di J. K. Rowling. E qui potremmo aggiungere, del timbro di Tim Burton ci sono solo brandelli minimali.
Il rapporto che lega Enid e Mercoledì ha già infiammato il web, ma anche la nostra redazione. La dolcezza con cui esprimono si scoprono e censurano a vicenda, la routine quotidiana in stile Casa Vianello e le piccole crisi hanno convinto quasi tutti, rappresentando probabilmente il meglio di questa serie.
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In questa rubrica vi proponiamo il dibattito redazionale (poco serio e molto faceto), sulle principali opere di intrattenimento distribuite tra grande e piccolo schermo, ma anche il brainstorming su temi d’attualità, gossip e chi più ne ha più ne metta, ma principalmente su film e serie tv.
La formula? Una riflessione fondata sui gusti personali, background, cultura personale o semplicemente sull’umore dei componenti della nostra redazione: cercando di fornire a ogni pensiero positivo, il contraltare negativo. A offrire le riflessioni ci pensano i nostri redattori da Napoli, Genova, Milano, Torino e Londra.
(KIKA) - MILANO - Abbiamo guardato Mercoledì, l'ultima fatica, la prima televisiva, di Tim Burton.
La serie punta su una versione totalmente ripensata e rimodernata de La Famiglia Addams: tutto ciò che in origine esaltava le meravigliose peculiarità dei personaggi (protagonisti o comparse) oggi è livellato sull'altare del politically correct.
Il risultato? I puristi (Torino), non possono fare a meno di passare il tempo a lamentarsi dei mille dettagli stravolti rispetto alle edizioni precedenti a quella prodotta da Netflix, i neofiti (Napoli) invece potranno scoprire un micromondo che iniziava a mancare da parecchio tra le grandi produzioni.
Va detto: l'intrigo aggancia lo spettatore, una specialità di Netflix. L'edulcorazione ha giovato agli Addams? Snocciolando le opinioni della nostra redazione e degli streaming collezionati dalla serie la risposta è sì. Torino smoccola.
A Torino non resta che dare fondo all'ironia per proseguire la visione, Milano invece mette l'accento sul fatto che nella scuola dedicata ai reietti il cibo sia proprio l'ultimo dei pensieri.
Genova non può fare a meno di restare colpita dalla grande cura che il comparto tecnico della serie ha riservato al panorama offerto allo spettatore: dai più piccoli dettagli alle riprese di più ampio respiro. Tanti stratagemmi, soprattutto in chiave narrativa per depistare lo spettatore dalla reale identità dell'Hyde, sono sembrati superficiali.
Arriviamo alla nostra esperta di moda, ma anche Juventina, che nota che la divisa nerazzurra (in realtà nella serie hanno anche un ricambio viola e nero), sia legata a doppia mandata ai reietti: coglierà la provocazione chi fa parte del vastissimo nugolo di appassionati di calcio. Da Londra invece si torna al purismo, l'austero guardaroba del passato è stato rimpiazzato in tutto e per tutto, forse prendendo una piega che Zerocalcare avrà notato appena sintonizzatosi su Nwtflix.
Fester è sempre stato un valore aggiunto nell'epopea della Famiglia Addams, Tim Burton non perde l'occasione di rispolverarlo nel momento topico della storia. La vena poco sobria dello zio di Mercoledì si rivela nella carena del sidecar, ma per Torino non è abbastanza.
Un punto sicuramente centrale della serie è la profondità riservata alla gran parte dei temi sociali che tanti grattacapi creano a chi si occupa di intrattenimento: Napoli sottolinea a più riprese questo aspetto, a Milano invece l'operazione delicatezza non convince.
Si può essere d'accordo o meno, ma Jenna Ortega ha la capacità di stregare lo spettatore, l'adulazione però non arriva fino dalle parti di Milano e Torino, che preferiscono le diverse sfumature date da Emma Myers a Enid alla mono-espressione di Mercoledì.
Davvero, non vi è sembrato in alcuni momenti che Nevermore ricordasse Hogwarts: la celebre scuola di magia di Harry Potter? Ma non solo la scuola: tante atmosfere, pur non arrivando alla citazione, ricordano quelle della saga nata dall'immaginazione di J. K. Rowling. E qui potremmo aggiungere, del timbro di Tim Burton ci sono solo brandelli minimali.
Il rapporto che lega Enid e Mercoledì ha già infiammato il web, ma anche la nostra redazione. La dolcezza con cui esprimono si scoprono e censurano a vicenda, la routine quotidiana in stile Casa Vianello e le piccole crisi hanno convinto quasi tutti, rappresentando probabilmente il meglio di questa serie.
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