mercoledì, 27 Gennaio 2016

Il Getty Museum di L.A. restituisce all’Italia la Testa di Ade

di Tiziano Marino
Il reperto, noto anche con il nome di Barbablù, arriverà in Italia il prossimo 29 gennaio.


LOS ANGELES - La Testa di Ade, nota anche con il soprannome di Barbablù, farà presto rientro in Italia. Il John Paul Getty Museum di Malibu, ha restituito l’opera alla presenza del Console Generale, Antonio Verde e delle nostre Autorità giudiziarie e di polizia. Il reperto sarà in Italia il 29 gennaio, per essere restituito alla sua terra di origine, la Sicilia.

“Dobbiamo soprattutto all’impegno e alla competenza degli archeologi italiani – ha precisato con fierezza il Console Generale Antonio Verde – se da un ricciolo di ceramica blu ritrovato tra i resti degli scavi di frodo a San Francesco Bisconti si è potuta accertare la provenienza della testa dello stesso caratteristico colore custodita al Getty”. A unirsi alle sue parole, il Sostituto Procuratore della Repubblica Francesco Rio, autore nel 2014 della rogatoria internazionale che ha posto le basi per la restituzione, che ha ringraziato il museo californiano per l'immediata disponibilità offerta, oltre al Museo Archeologico di Aidone (Enna) e al Nucleo di Palermo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, diretto dal Maggiore Luigi Mancuso, per l'accurato lavoro svolto.


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Trafugato attorno al Santuario extraurbano di San Francesco Bisconti a Morgantina (Enna) alla fine degli anni '70, il reperto fu esportato illecitamente e venduto al Getty Museum nel 1985 dal collezionista di New York Maurice Tempelsman per 500.000 dollari.

Il reperto è una testa in terracotta policroma, di epoca ellenistica dalle dimensioni leggermente maggiori del naturale, raffigurante il dio greco Ade, divinità legata al culto di Demetra e Kore, particolarmente presente nell’entroterra della Sicilia. Pare infatti che la collocazione originaria fosse il santuario di Demetra, sito all’interno del parco archeologico di Morgantina.

Non è la prima volta che il governo italiano recupera opere rubate e poi acquistate, senza conoscerne l'origine, dal museo losangelino, era accaduto infatti anche con La venere Morgantina, restituita nel 2011 e in precedenza con L'atleta di Fano.