(KIKA) - MANCHESTER - Era il 22 maggio del 2017 e la Manchester Arena era piena di ragazzini (e delle loro famiglie) venuti ad applaudire Ariana Grande in concerto nella città inglese e a cantare con lei. Ma la festa si trasformò in una tragedia. Alla fine del concerto, due esplosioni nei pressi della biglietteria uccidono 23 persone e ne feriscono 250.

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Quasi subito si capisce, come nel caso del Bataclan di Parigi, che si tratta di terrorismo: l'attentatore è un giovane mancuniano di origine libica che rimane ucciso nell'esplosione e il giorno dopo l'Isis rivendica l'attentato, il più grave nella storia della Gran Bretagna dopo quelli nella metropolitana di Londra nel 2005.

IL RICORDO DELL'ATTENTATO

Nel primo anniversario della strage, Ariana Grande ha pubblicato su Twitter un post in cui ricorda quel giorno e soprattutto le vittime: "Penso a voi tutti oggi e vi penso ogni giorno. Vi amo con tutta me stessa e vi mando tutta la luce e il calore che ho da offrire in questo giorno che ci mette alla prova".

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La strage destò viva sensazione nel pubblico ma altrettanto forte fu la reazione, che invitava a continuare a vivere la propria vita per non darla vinta a chi attraverso le armi del terrore desiderava confinarla. Don't look back in Anger, celebre canzone degli Oasis, originari di Manchester, divenne l'inno di questa presa di coscienza e il 4 giugno nello stadio Old Trafford si tenne un concerto di beneficenza in onore delle vittime della strage e le persone presenti il giorno dell'attentato, One Love Manchester, che permise di raccogliere 10 milioni di sterline, tutte devolute alla Croce Rossa. Al concerto parteciparono, oltre alla promotrice Ariana Grande, Liam Gallagher, Miley Cyrus, Coldplay, Justin Bieber, Take That, Katy Perry. 

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