(KIKA) - LONDRA - Cinque anni fa, il 23 luglio 2011, il silenzio è sceso al numero trenta di Camden Square, dove Amy Winehouse è stata trovata senza vita a soli 27 anni. Pochi minuti dopo la piazza ha accolto fan commossi, fiori, foto e lettere di affetto verso la voce più amata del soul che se ne era andata troppo presto. A ucciderla è stata un'overdose da alcol, un tunnel dal quale la star non era mai riuscita a uscire definitivamente. Era riuscita a disintossicarsi dalla droga, ma non ad allontanarsi dalla bottiglia, come ha recentemente commentato l'ex marito Blake Fielder-Civil in un'intervista al The Sun:

"Mi aveva telefonato alcuni giorni prima, era il nostro anniversario, ma io le risposi di non chiamare più. Stavo per diventare padre dalla mia nuova compagna - ha confessato - Col senno di poi mi sono reso conto di quanto fosse fragile e di averla ferita, così il giorno dopo la chiamai per chiederle scusa. Lei mi disse di essersi tagliata e che era grave. Credo che quel 23 luglio sapesse bene a cosa stava andando incontro", ha poi concluso a sostegno della tesi del suicidio.

Live fast, die young, recitava una canzone dei Circle Jerks, più volte accostata alle star che se ne vanno prematuramente. E la stella britannica è entrata quel giorno di cinque anni fa nel macabro circolo degli angeli maledetti, quei 'Forever 27 young' che hanno segnato la storia della musica. Jimi Hendrix, Brian Jones, Jim Morrison, Kurt Cobain e Janis Joplin.

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