(KIKA) - LOS ANGELES - Qualche mese fa le denunce di Rose McGowan e Asia Argento facevano scoppiare lo scandalo Weinstein gettando ombre cupe sulla Mecca del Cinema.

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Se negli Stati Uniti il movimento Me Too è decollato, in Italia invece nonostante la denuncia delle attrici attraverso il manifesto Dissenso Comune fatica a trovare slancio. Asia Argento, in particolare, è stata attaccata da più parti nel nostro Paese: per aver parlato troppo tardi, per aver continuato a intrattenere rapporti con Weinstein dopo le molestie, per non aver voluto rivelare il nome del regista italiano che si sarebbe denudato di fronte a lei da adolescente.

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Gli attacchi sono arrivati dall'ex compagno Morgan, da Vladimir Luxuria e da altri, soprattutto donne. E anche ai recenti David di Donatello, che hanno visto Paola Cortellesi esibirsi in uno straordinario monologo, Asia Argento non è neppure stata invitata, nonostante il suo ruolo nel far venire a galla certe "pratiche".

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"Questi attacchi non hanno fatto altro che gettare benzina sul mio fuoco - ha detto Asia Argento - questo fuoco, questo martirio che deriva dall'essere stata equivocata, mi ha resa ancora più guerriera". L'attrice ha poi chiarito la natura dei rapporti con Weinstein nei cinque anni che sono seguiti all'abuso: "Non ho mai avuto con lui una relazione di cinque anni. Non mi sono mai svegliata accanto a lui. Non è mai stato il mio uomo."

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"In Italia non si è riusciti a rompere il sistema - ha aggiunto la Argento - Purtroppo. Adesso quanta possibilità hanno le vittime di parlare contro un predatore? Zero." Un dispiacere condiviso anche dall'ex presidente della Camera Laura Boldrini che ha invitato Asia Argento a non abbandonare l'Italia come l'attrice aveva minacciato di fare. "Rimani e combatti. Combattiamo insieme e vinceremo. Ne sono sicura".