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Hollywood - lunedì, 23 Aprile 2018
Morte Avicii: due autopsie effettuate sul corpo del produttore
Intanto impazzano le polemiche a causa del post del manager di Avicii Ash Pournouri.
Avicii - Stoccolma - 23-04-2018 - Morte Avicii: due autopsie effettuate sul corpo del produttore

(KIKA) - OMAN - Avicii ha lasciato il mondo dei vivi, facendo piombare nello sconcerto fan e appassionati di musica, ma quali sono le cause della morte del produttore svedese?

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In un primo momento la polizia dell'Oman aveva stabilito che il decesso non era avvenuto per mano criminale, ora è il momento del risultato di ben due autopsie effettuate sul corpo del dj, che scongiurano eventuali reati: in parole povere non è stato commesso suicidio e sarebbe escluso anche l'utilizzo di sostanze stupefacenti. Nel 2014 Avcii aveva subito la rimozione della cistifellea e dell'appendice per mettere un freno alla pancreatite, i dolori acuti che lo avevano portato ad annullare molte date dei suoi tour lo avevano fatto finire in un tunnel d'ansia, abuso di alcolici e antidolorifici che avevano solo fatto peggiorare la situazione.

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Il regime di privacy richiesto dai famigliari del produttore svedese chiude la porta alla possibilità di conoscere a breve i reali motivi della sua morte, le uniche novità quindi riguardano i continui messaggi dei fan, ma soprattutto degli amici e colleghi di Avicii, tra cui spicca quello del manager e amico di lunga data Ash Pournouri. Una figura a dire il vero controversa, descritta con cura anche nel documentario Bbc/Netflix Avicii True Stories. Pournouri infatti ha lottato a lungo con Avicii per non permettergli di smettere con il lavoro di dj, finendo per litigare spesso con l'artsita e diventando il principale capro espiatorio della sua delicata condizione psicofisica.

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"Shock. Dolore. Ira. Rabbia. Apatia. Disperazione. Miseria. Dolore. Dolore. Dolore. Non so nemmeno come si chiama questo sentimento. Eri la mia famiglia. Mio fratello. Mio amico. Mio alleato. Parte del mio cuore. Ora non ci sei più. Non ho mai provato una ptristezza come così profonda. Non ricordo nemmeno l’ultima volta che ho pianto, ma i miei occhi sono gonfi di lacrime da quando l'ho saputo. Non l’ho ancora accettato davvero, non riesco nemmeno a immaginare che sia reale. Vuoto. Eri bellissimo. Eri un talento acerbo. Eri uno su un miliardo".

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