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Barcellona - domenica, 20 Agosto 2017
Barcellona: centinaia di persone rendono omaggio alle vittime
Sulla Rambla ci sono tutti: spagnoli, turisti, curiosi ma anche tante famiglie con bambini
Rambla Barcellona - Barcellona - 19-08-2017 - Barcellona: centinaia di persone rendono omaggio alle vittime

(KIKA) - BARCELLONA - Nessuno spettro, Barcellona resiste. Barcellona risponde agli attacchi terroristici portando nella Rambla, luogo dell’attacco terroristico dei giorni scorsi, quanta più gente possibile.

Turisti, persone curiose, cittadini. Tutti vengono a portare un pensiero, una candela accesa, una dimostrazione di vicinanza sulla sua strada più famosa, quella strada colpita da un atto improvviso e infame che ha reso vulnerabili e impotenti nella reazione le vittime cadute sotto il furgone lanciato a folle velocità proprio nella zona pedonale di questa arteria simbolo della città.

La città risponde, la Spagna risponde, L’Europa risponde, il mondo risponde. Perché sulla Rambla oggi non ci sono solo i cittadini di Barcellona. Ci sono tutti: spagnoli, turisti, curiosi ma anche tanti bambini, famiglie intere che non hanno paura. No, loro sono qui proprio perché Barcellona deve rispondere a tanto orrore. E tante sono le manifestazioni di affetto, e altrettante lacrime di dolore non riescono a spegnere le fiamme delle fiaccole, dei lumini accesi, delle luci votive che si riflettono negli occhi degli innumerevoli orsacchiotti lasciati come simboli di vicinanza verso le piccole vittime.

Tornano i simboli della pace, ci sono cartelli, messaggi, cuori disegnati, su fogli improvvisati, che sono a disposizione di quanti voglio scrivere una frase, uno slogan, un disegno o un commento. Ci sono anche numerosi musulmani oggi sulla Rambla. Ci sono anche i loro messaggi di dolore, ci sono i loro cartelli che sono accanto a tanti altri in tutte le lingue. Ci sono musulmani che accendono fiaccole, che portano fiori, che sono vicini a un dolore che appartiene a tutta la comunità. Perché l’ISIS non coincide con il mondo musulmano, ma soprattutto i musulmani non coincidono con l’ISIS. Questi ultimi sono terroristi, terroristi del terrore e basta, le due cose non coincidono e non devono coincidere. Questa non è una guerra di religione. Questo è terrorismo che sfrutta il nome di una religione e basta. E le numerose testimonianze islamiche sulla Rambla lo dimostrano.

Emozioni, lacrime, commozione, pensieri profondi attraversano la testa di coloro che in piedi in rispettoso silenzio affollano la Rambla, una Rambla silenziosa che si illumina con il calar della luce, senza i caratteristici mimi, senza gli artisti di strada che fino a qualche giorno fa affollavano la parte centrale della strada nella ricerca di qualche sorriso in cambio di qualche moneta.

La strada sembra essere il taglio di un coltello nel centro della città, i cui lumini accesi sembrano essere i punti di sutura che danno una speranza, la speranza di guarigione, non solo di sopravvivenza.

Ci sono persone che vegliano le timide lucine delle candele, pronte a riaccenderle con accendini a corpo lungo, per non attraversare e non profanare quelle più vicine. Ci sono giovani seduti con gli occhi lucidi persi nel vuoto a fissare i messaggi scritti in tutte le lingue. Ci sono bambini che alternano felicità e tristezza quando i genitori annuendo silenziosamente permettono loro di accendere un lumino o di fare un disegnino di solidarietà.

La Rambla oggi è piena di vita, migliaia di persone la occupano silenziosamente da Placa de Catalunya fino a circa cinquecento metri dopo, al punto di arresto della corsa del furgone maledetto.

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