- giovedì, 11 Ottobre 2018
Caso Cucchi, svolta: un carabiniere confessa il pestaggio
La sorella Ilaria: "Il muro e' crollato. Il muro e' stato abbattuto".
Ilaria Cucchi - Roma - 26-10-2010 - Caso Cucchi, svolta: un carabiniere confessa il pestaggio

(KIKA) - ROMA - Clamoroso colpo di scena al nuovo processo per la morte di Stefano Cucchi: uno degli imputati, il carabiniere Francesco Tedesco, ha confessato di aver pestato il trentenne morto giorni dopo l’arresto all’ospedale Pertini. Non solo, ma ha anche chiamato in causa i suoi colleghi dell’Arma, Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro,a processo per omicidio preterintenzionale.

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I genitori di Cucchi hanno ascoltato con compostezza la rivelazione in aula, mentre la sorella del geometra romano, Ilaria Cucchi, ha commentato su Facebook: "Il muro è crollato. Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi."

Questo il racconto di Tedesco: "Fu un'azione combinata . Cucchi prima iniziò a perdere l'equilibrio per il calcio di D'Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo, che gli fece perdere l'equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore". "Spinsi Di Bernardo -aggiunge Tedesco- ma D'Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra"

"Gli dissi 'basta, che c...fate, non vi permettete", disse Tedesco ai colleghi mentre uno di loro "colpiva Cucchi con uno schiaffo violento in volto" e l'altro "gli dava un forte calcio con la punta del piede", è quanto si legge nel verbale di interrogatorio del carabiniere del 9 luglio 2018.

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Inquietante anche la successiva rivelazione di Tedesco: "Quando dovevo essere sentito dal pm, il maresciallo Mandolini non mi minacciò esplicitamente ma aveva un modo di fare che non mi faceva stare sereno. Mentre ci recavamo a piazzale Clodio, io avevo capito che non potevo dire la verità e gli chiesi cosa avrei dovuto dire al pm anche perché era la prima volta che venivo sentito personalmente da un pm".

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"Lui rispose: 'Tu gli devi dire che stava bene, quello che è successo, che stava bene, che non è successo niente....capisci a me, poi ci penso io, non ti preoccupare'". "All'inizio avevo molta paura per la mia carriera - ha fatto mettere a verbale Tedesco - temevo ritorsioni e sono rimasto zitto per anni, però successivamente sono stato sospeso e mi sono reso conto che il muro si sta sgretolando e diversi colleghi hanno iniziato a dire la verità".

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