Cronaca italiana
Isola del Giglio - mercoledì, 12 Gennaio 2022
Costa Concordia: 10 anni fa il naufragio
Schettino è ancora a Rebibbia ma potrebbe uscire a maggio.
Labromare, Isola del Giglio, Costa Concordia - Isola del Giglio - 01-02-2012 - Costa Concordia: 10 anni fa il naufragio

(KIKA) - ISOLA DEL GIGLIO - Dieci anni fa, la sera del 13 gennaio 2012, la Costa Concordia affondava a poche centinaia di metri dalle coste dell'Isola del Giglio, provocando la morte di trentadue persone e segnando il destino di un’isola intera e delle persone che erano a bordo.

COSA FA OGGI FRANCESCO SCHETTINO

Francesco Schettino, che da 5 anni si trova a Rebibbia per scontare i 16 anni per naufragio e omicidio colposo plurimo, potrebbe beneficiare di permessi premio e uscire dal carcere già dal 1 maggio prossimo. Nel frattempo i suoi legali sono in attesa di riscontro per la richiesta di revisione del processo alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.

LA DINAMICA DEL NAUFRAGIO

La sera del 13 gennaio 2012 la Costa Concordia capitanata da Francesco Schettino si sta dirigendo da Civitavecchia a Savona. Durante la sua rotta si avvicina all'Isola del Giglio per effettuare il tradizionale "inchino", un saluto per omaggiare il maître di bordo Antonello Tievoli, di origini gigliesi, che aveva parte della sua famiglia proprio al Giglio.

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Una manovra troppo rischiosa che risulta fatale: alle 21.47 il lato sinistro della nave colpisce uno degli scogli de Le Scole causando uno squarcio da 70 metri. Dopo aver sbandato, si appoggia sul fondale sul lato sinistro e comincia l'evacuazione. I

4200 persone vengono tratte in salvo mentre 32 muoiono nell'incidente. 

DE FALCO: "PERSI 45 MINUTI PREZIOSI"

I giudici della Cassazione hanno ritenuto Schettino responsabile di condotta "negligente" perché abbandonò la nave prima di concluderne l'evacuazione. Celebre la telefonata tra il Gregorio De Falco che dalla Capitaneria di porto a Livorno intimò a Schettino, oramai lontano dalla nave e in stato confusionale: "Salga a bordo cazzo!". 

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Una frase che De Falco, intervistato nei giorni scorsi dal Quotidiano nazionale, ha spiegato così: "Avevo capito che avevano minimizzato e ritardato la dichiarazione di nave in pericolo. La tragedia nasce lì, si persero 45-50 minuti preziosi. Nell’ultima frase, quando gli intimo (a Schettino, ndr) di tornare a bordo, c’era la certezza che si sarebbe potuto salvare qualcuno compreso il comandante nella sua funzione di comando. Recesso attivo, ammettere un errore è un comportamento responsabile che lo avrebbe, forse, riabilitato".

LA RIMOZIONE DEL RELITTO 

Il 16 settembre 2013 è cominciato il recupero del relitto. Alla guida del comandante Nick Sloane, la nave è stata disincagliata dal fondale roccioso e raddrizzata, per farla galleggiare.

Dopo 19 ore la Costa Concordia è nuovamente in asse. Il 23 luglio 2014 la nave viene rimossa e trasferita al porto di Genova, dove arriverà quattro giorni dopo per essere smantellata. Un viaggio eccezionale e dal successo per niente scontato, che viene seguito dal mondo intero. 

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