(KIKA) - LONDRA - Elisabetta II: la bambina che venne al mondo nel quartiere londinese di Mayfair il 21 aprile 1926 era destinata a una tranquilla esistenza da membro della famiglia reale britannica: buone scuole, ottimi amici, nessuna responsabilità, perché era figlia del secondogenito del re Giorgio V ed era una femmina.
Quando nel 1936 suo zio, Edoardo VIII, abdicò al trono per sposare Wallis Simpson e suo padre divenne re con il nome di Giorgio VI, la piccola Elisabetta Windsor dalla pelle di porcellana e dal sorriso aperto diventò l'erede al trono del Regno Unito di Gran Bretagna, una monarchia millenaria. Non era nata per essere regina, ma da quando lo è diventata, nel 1952, ha incarnato l'immagine stessa della monarchia.
Nel corso dei suoi 63 - finora - anni di regno ha visto sfilare 13 primi ministri britannici, da Winston Churchill a Margaret Thatcher a Tony Blair, ha affrontato il divorzio del figlio Carlo dalla principessa Diana, cui ha reso omaggio alla sua morte concedendo funerali quasi di stato con bandiera a mezz'asta su Buckingham Palace, ha visto nascere tanti nipoti e ne ha visti sposarsi due, Zara e William, che un giorno diventerà Re e che due anni fa le ha dato la terza pronipote, Charlotte Elizabeth Diana.
Si è anche distinta per stile: classici e incofondibili i suoi soprabiti con cappello in tinta, spesso nelle sfumature pastello, in ogni caso colori che la rendessero ben distinguibile, perché in caso di pericolo la Regina va indiduata subito e portata in salvo.
Perché è vero, Dio salvi la regina, ma in casi estremi ci devono pensare gli uomini!