(KIKA) - MILANO - ESCLUSIVO - Negli uffici di Business Competence ancora regna l'incredulità. Già, perché la notizia che, pochi giorni fa, ha visto protagonista lo studio di consulenza e sviluppo informatico nato nel 2007 a Cassina de' Pecchi, nella provincia milanese, ha tratti quasi epici.

Sara Colnago, 35enne amministratore delegato della società, e i suoi colleghi Vincenzo Sgaramella e Simona Vena hanno piegato Mark Zuckerberg e il suo Facebook in un contenzioso legale avviato tre anni fa per violazione di diritto d'autore e concorrenza sleale. Nello scontro frontale tra un Golia da 6 miliardi di dollari di fatturato e un Davide da 2 milioni e mezzo di euro, Davide ha avuto la meglio. "Non avremmo mai immaginato - ammette la CEO di Business Competence - Quando abbiamo appreso la sentenza, ci siamo abbracciati".

Una storia cominciata cinque anni fa, quando il team lombardo sottopone al colosso americano il suo Faround, dispositivo per geolocalizzare esercizi commerciali, affinché venga validato e integrato come Facebook app. Sei mesi dopo, Facebook crea una app pressoché identica chiamata Nearby. "Le condizioni per fare causa c'erano, ma ci appariva come una lotta impari". E invece, nonostante il ricorso di Facebook, il Tribunale di Milano ha vietato al social network di Menlo Park l'utilizzo di Nearby, pena il pagamento a Business Competence di cinquemila euro al giorno.

"Al nostro posto, forse, molti avrebbero lasciato perdere - osserva Sara, che due anni fa ha ricevuto, al Quirinale, il premio Nazionale per l'Innovazione - Ma per noi, lasciar perdere, avrebbe significato rinnegare dieci anni di duro lavoro". A Cassina de' Pecchi, ora, aspettano solo il risarcimento: "Lo reinvestiremo nei progetti futuri. Niente di nuovo, è ciò che facciamo dal 2007".

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