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Milano - martedì, 14 Agosto 2018
Edoardo Raspelli: "A 14 anni fui violentato da sei coetanei"
Il critico gastronomico racconta per la prima volta un dramma della sua gioventu'.
Edoardo Raspelli - Milano - 29-06-2011 - Edoardo Raspelli:

(KIKA) - MILANO - Edoardo Raspelli, celebre critico gastronomico che ha mosso i primi passi nel giornalismo occupandosi di nera a Milano, ha confessato di essere stato violentato a 14 anni, in collegio da sei coetanei. Oggi ha 69 anni e, spiega in esclusiva a Cronaca Vera, ha sentito il bisogno di raccontare un episodio che per tanto tempo aveva perfino dimenticato, coperto dalla vergogna e dall'imbarazzo.

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Ecco un estratto del suo racconto:

Un altro collegio accolse nelle vacanze estive un ragazzetto di 14 anni. Era la casa del professor M., alta su Chiavari: non una villa ma quasi un castello, nel verde, in cima ad un angusto vialetto che saliva verso la collina dal centro della città, con tanto di torretta di avvistamento. Avevano ammonticchiato, in una stanza che sembrava una specie di pozzo, decine di vecchi materassi ancora in buon stato. Noi ragazzini ci buttavamo a turno, giocavamo, ce lo mostravamo a vicenda cercando di decretare il vincitore in lunghezza, in larghezza, in turgore. Un giorno mi assalirono in sei, mentre ero nella mia camera sul letto a riposare. In quattro mi bloccarono, uno mi chiuse la bocca, un altro mi tirò giù i pantaloni. Per la seconda volta provai il piacere e la vergogna”.

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La prima, ha raccontato, era avvenuta tempo prima, con un altro amico, di giochi.

Due anni più tardi, racconta Raspelli, chiede alla madre di accompagnarlo al cinema per vedere Le amicizie particolari, storia di un legame intimo tra due amici maschi adolescenti, poi confidenti, "che infine arrivano a un amore che verrà vietato nel rigido collegio gesuita in cui alloggiavano". "Emozione, ansia, turbamento, dubbi, il ricordo dei piaceri e delle vergogne. Piango - ricorda il giornalista -Mia madre mi guarda, sorpresa e mi dice, scandendo le parole: "Piuttosto che tu fossi come loro, preferirei che fossi morto". Io non ero come loro, ma quelle parole le trovai ugualmente terribili. E forse per questo preferii dimenticare tutto".

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