(KIKA) - ROMA - Laf è l'acronimo di Laminatoio a freddo. Ed era la palazzina nella quale negli anni Novanta i proprietari e i dirigenti dell'Ilva di Taranto decisero di confinare gli impiegati che si erano opposti alla novazione del contratto, cioè al declassamento a operai.
Non potevano licenziarli, perciò li portavano alla Laf a non fare niente. Chi sta seduto sulle scale, chi balla, chi gioca, frustrazione, delusione, qualche tentativo di denuncia, forse qualche spia. Michele Riondino esordisce alla regia e alla sceneggiatura con un film dal solido impianto civile e dagli echi grotteschi e arrabbiati che rimandano a La classe operaia va in paradiso di Elio Petri: nel surreale nulla della palazzina non si può non ridere, di amarissima disperazione.
Il film si chiama Palazzina Laf ed è in gara al Festival del Cinema di Roma. Insieme a Riondino, Vanessa Scalera ed Elio Germano, in un ruolo che ricorda i personaggi paranoici di Volonté. Nel cast anche Domenico Fortunato, Gianni D’Addario, Anna Ferruzzo, Paolo Pierobon.