(KIKA) - HOLLYWOOD - Sono passati dieci anni dalla sua morte, ma Michael Jackson fa ancora parlare di sé. Questa volta le luci dei riflettori si sono accesi sui lati oscuri della vita del re del pop, grazie a un documentario, Leaving Neverland, mandato in monda dalla Hbo e girato da Dan Reed. Il lavoro si concentra sulle confessioni di Wade Robson e James Safechuck, entrambi in foto, presunte vittime di pedofilia.

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Stando al racconto, Robson ha conosciuto Jackson grazie a un documentario per bambini, il secondo invece, ha girato con lui uno spot della Pepsi. Secondo le presunte vittime, Jacko avrebbe avuto con entrambi lo stesso atteggiamento. Avrebbe prima conquistato la loro simpatia e quella delle rispettive famiglie con regali costosi come viaggi esotici, giornate sulle giostre del suo ranch, Neverland. Poi la richiesta ai genitori di far restare i figli a dormire da soli con lui dirante la notte e dunque, le accuse di pedofilia.

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Leaving Neverland è diventato il documentario della discordia. Gli avvocati di Michael Jackson infatti, sono sul piede di guerra nei confronti della Hbo. La star, quando era in vita, aveva già affrontato un processo che lo aveva ridotto sul lastrico per le accuse di pedofilia, ma era stato scagionato. Era risultato innocante proprio grazie a James Safenchuck, che invece oggi è tornato ad accusarlo. Intanto in Nuova Zelanda le due emittenti principali del Paese hanno smesso di trasmettere la sua musica, così come in Canada. E molti telespettatori, dopo aver visto Leaving Neverland hanno minacciato di distruggere la stella dedicata al re del pop sulla Walk of Fame di Hollywood. 

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