(KIKA) - NEW YORK - Marty McFly e "Doc" Emmett Brown: la mini-reunion al Comic Con di New York tra Michael J. Fox e Christopher Lloyd è un po' un nuovo capitolo di Ritorno al futuro, il film che li ha visti protagonisti nel 1985 (anzi dal 1985) e che è diventato un vero e proprio cult.
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L'INCONTRO COMMOVENTE TRA MARTY E DOC
Malfermo sulle gambe a causa del morbo di Parkinson che lo affligge da quanto aveva trent'anni, Fox ha riabbracciato l'83enne Lloyd raccontando qualche aneddoto sulle riprese del film, che fu costretto a girare di notte perché di giorno era impegnato con quelle della serie TV Casa Keaton, anche quella un cult degli anni '80.
"MIA MADRE NON VOLEVA RITORNO AL FUTURO"
Fox lo disse al telefono alla madre: "Avevo 23 anni, l’ho chiamata e le ho detto: “Vogliono che faccia questo film prodotto da Steven Spielberg, ma dovrò farlo di notte”. Lei mi mise in guardia: “Ti stancherai tanto”. Mia madre ha sempre pensato che per me fare Ritorno al futuro fosse una pessima idea. Adorava il film ma, aveva ragione, mi sono stancato".
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LA DIAGNOSI DI PARKINSON
All'indomani del terzo capitolo di Ritorno al Futuro, nel 1991, a Michael J. Fox venne diagnosticata una grave forma di Parkinson giovanile, all'età di 30 anni. Una diagnosi infausta che l'attore rese pubblica solo sette anni più tardi. La malattia lo ha portato a diradare le sue apparizioni ma Fox non ha mai smesso di recitare fino al 2019 e nel 2013 ha portato in tv The Michael J. Fox show, una miniserie ispirata alla sua storia personale.
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Sin dalla diagnosi del morbo di Parkinson, Michael J. Fox ha lottato in prima fila per la ricerca sulle cellule staminali per ritardare quanto meno il progredire della malattia e grazie alla propria visibilità ha acceso i riflettori su questa patologia. Ha istituito la Fondazione Michael J. Fox e nel 2010 ha ricevuto una laurea honoris causa dall'Istituto Karolinska.