(KIKA) - MILANO - Mino Raiola non è morto. 

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LA SMENTITA DI ZANGRILLO

A smentire il decesso del popolare procuratore ci ha pensato Alberto Zangrillo, il primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele. “Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”.

GRAVE MA VIVO

Il  braccio destro dell'agente José Fortes Rodriguez, che ha dichiarato alla tv olandese NOS: “È in una brutta posizione, ma non è morto".

FATALE UNA MALATTIA AI POLMONI

Il re dei procuratori ha lasciato il mondo dei vivi all'ospedale San Raffaele di Milano dopo aver lottato a lungo contro una malattia polmonare non legata al Covid-19. Una degenza su cui il manager campano e la sua famiglia avevano mantenuto il massimo riserbo, arrivando a commentare con uno stringato: "Solo controlli di routine", quando l'iniziale fuga di notizie aveva fatto pensare al peggio.

SOSTANZA E CONTROVERSIE

Mino Raiola s'è imposto sulla scena del calcio mondiale grazie a uno stile più unico che raro, tutt'altro che formale e distanziandosi parecchio dalla classica figura del procuratore impomatato. Controverso e provocatorio, Raiola era arrivato a guadagnare anche 80 milioni in un anno, nel 2020, guadagnandosi anche la menzione del magazine Forbes.

SCUDERIA DI FUORICLASSE

Interminabile la lista di calciatori di primissimo piano che hanno legato le proprie fortune alle scaltre strategie del procuratore: Zlatan Ibrahimovic, Paul Pogba, Gigio Donnarumma e Mario Balotelli sono solo alcuni dei suoi clienti più famosi; Raiola infatti aveva già messo le mani su uno talenti emergenti del panorama mondiale: Erling Haaland.