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West Los Angeles - venerdì, 26 Marzo 2021
Miss Rita George, una delle prime drag queen della storia
Su Discovery + arriva il docu-film che ha trionfato allo scorso "Tribeca Film Festival"
Miss Rita George, una delle prime drag queen della storia

(KIKA) - ESCLUSIVO - LOS ANGELES - In uno storage abbandonato di Los Angeles viene ritrovata una scatola che porta alla luce una serie di corrispondenze di un'epoca dimenticata: la scena drag underground nella New York degli anni '50.

E’ questo  l’incipit dei registi Michael Seilgman Jennifer Tiexiera che con il docu-film P.S. BURN THIS LETTER PLEASE, dal 26 marzo in esclusiva su Discovery+ , rivelano un mondo nascosto in un periodo in cui essere gay era un tabù e esibirsi travestiti era una vocazione potenzialmente pericolosa.

“Pensavamo di farlo per noi stessi. Non avevamo idea di farlo per la prossima generazione." Miss Rita George, una delle protagoniste del docu -film commenta così il suo modo di vivere negli anni ‘50. George vive ancora a New Orleans dove è nato 85 anni fa. “In una ‘shotgun house’, una di quelle tipiche case del sud degli Stati Uniti, strette e lunghe. Non c’erano armadi, impossibile nascondere la mia sessualità” George, intervistato al telefono in occasione del documentario che lo vede fra i protagonisti, gioca con il modo di dire “to come out of the closet”, uscire dall’armadio, allo scoperto, e dichiarare insomma la propria omosessualità. 

Attraverso filmati in super 8, immagini di repertorio e interviste alle “female performers” dell’epoca si raccontano le storie più intime della comunità drag di quegli anni, una comunità che il governo USA ha cercato di distruggere e la storia ha cercato di cancellare. P.S. BURN THIS LETTER PLEASE è il commovente racconto dell’amicizia e della perseveranza fra persone che hanno superato rischi insormontabili per perseguire le loro passioni. E, dal momento che si trattava di attività illegali, a gestire i locali gay era la mafia. Il Club ’82, il più famoso di questi, era in mano moglie del famoso capomafia Tony Genovese.

Io cantavo, anche molto bene, eravamo protetti, eravamo gli artisti e il pubblico era formato soprattutto da coppie eterorsessuali – continua George nella sua intervista – al contrario di tanti amici io non sono mai stato arrestato. Solo una volta sono stato fermato dalla polizia mentre ero in auto, vestito da donna. Mio fratello faceva il poliziotto, ho mostrato un suo biglietto e semplicemente sono stato scambiato per sua sorella. Io sono stato fortunato, in famiglia non ho avuto nessuno che mi osteggiasse per quello che ero. Ad altri è andata meno bene”. E fortunato George è stato anche tre decadi dopo, quando il virus dell’AIDS ha flagellato la comunità gay americana. “Io avevo un compagno, una relazione stabile, e questo mi ha salvato la vita”. 

C’è poi un altro aspetto di quella comunità che George ricorda con orgoglio: “Fra noi le tensioni razziali che c’erano nel resto della società di allora non esistevano. Eravamo una comunità unita dal nostro stesso modo di vivere, il colore della pelle non faceva la differenza: neri, bianchi, ispanici, asiatici, nella nostra comunità l’integrazione era una realtà scontata, fuori dal nostro mondo invece la socialità fra razze diverse era praticamente inesistente.

Per Miss George film come questo sono importanti per la loro capacità di aiutare i giovani che sono ancora alla ricerca della propria identità. “Alle giovani generazioni dico godetevi la giovinezza. Quando sei giovane non sei cosciente del privilegio che hai. Noi allora siamo andati contro le convenzioni ma ci siamo anche divertiti e facendolo abbiamo cambiato le cose, abbiamo reso la vita più facile alle nuove generazioni”. 

Miss George cinquant’anni fa è stato eletto Miss Fire Island, concorso di bellezza dedicato ai female performer che permetteva alla comunità LBGQ di celebrare la propria sessualità e il proprio modo di essere, un Gay Pride ante litteram, insomma.  “I Gay Pride sono importanti – continua George - sono il nostro modo di celebrare chi siamo, con orgoglio, finalmente senza nasconderci”.

Presentato con successo allo scorso Tribeca Film Festival, Il docu-film, che secondo Hollywood Reporter “ha sottolineato gli aspetti più affascinanti della scena drag di New York ed ha contribuito ad abbattere certe barriere grazie alle sfide che sono state combattute in quel periodo”, è  disponibile su Discovery+.

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