Cronaca italiana
Milano - martedì, 17 Giugno 2014
Omicidio Yara: il Dna è ancora una volta decisivo
L'analisi genetica ha risolto anche i casi Claps, Cesaroni e Olgiata
Elisa Claps - Potenza - 13-09-2004 - Omicidio Yara: il Dna è ancora una volta decisivo

(KIKA) - Il test del Dna viene sempre più spesso utilizzato nelle aule giudiziarie come prova inequivocabile di colpevolezza. Le tracce biologiche raccolte sulla scena del crimine, come un capello, una goccia di sangue o di saliva, diventano indizi che consentono di risalire con certezza ad un unico individuo. Soltanto due gemelli identici, infatti, presentano lo stesso codice genetico, che altrimenti si differenzia da persona a persona.

Dal 1985 il laboratorio di Indagini biologiche della Polizia Scientifica svolge attività di analisi del Dna in Italia. La pratica, sempre più utilizzata, ha aiutato a individuare i colpevoli di alcuni grandi casi di cronaca italiana, tra cui il delitto dell'Olgiata, in cui perse la vita la contessa Alberica Filo della Torre nel luglio del 1991 e che 20 anni dopo vide individuare un colpevole nel cameriere filippino Manuel Winston. Anche il cadavere di Elisa Claps, scomparsa nel 1993 e ritrovata 17 anni dopo, ha trovato un colpevole in Danilo Restivo, condannato a 30 anni di carcere.

Le analisi del dna, però, oltre a condannare, assolvono: Raniero Busco, unico indiziato dell'omicidio di Simonetta Cesaroni nello stabile di Via Poma, è stato assolto in Appello e in Cassazione proprio grazie alle rilevazioni genetiche, che hanno escluso la compatibilità di un morso con la sua impronta dentale e hanno trovato materiale genetico di altri uomini sul reggiseno della vittima.

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