(KIKA) - MILANO - Classe, stile e talento non hanno età: lo conferma Ornella Vanoni che, prossima agli 85 anni, li compirà il 22 settembre, è ancora un punto di riferimento per la cultura e la musica italiana. Un vissuto impegnativo, una carriera importante che per più di 60 anni l'ha vista ai vertici dove è ancora oggi, tanto che Vanity Fair ha raccolto, in un'intervista, ricordi della sua vita e del suo passato e confessioni anche proibite...

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Innanzitutto sull'appassionata e travagliata relazione con Giorgio Strehler, suo mentore al Piccolo Teatro e poi suo compagno da quando lei aveva 20 anni. Un legame osteggiato dalla società e dalla borghesissima famiglia di lei, perché lui era artista, di sinistra, già coniugato, molto più grande di lei.

Un amour fou che lei oggi ammette, essere stato pieno di eccessi, come il consumo di droghe, che Ornella ha quasi abbandonato:  "Adesso la sera fumo una canna prima di addormentarmi. Mi serve per dormire", ammette.

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Per rimettere ordine nella sua vita, Ornella pone fine al rapporto con Strehler, prima con la frequentazione di Gino Paoli, che sarà poi suo compagno, poi con il matrimonio con l'impresario Lucio Ardenzi, cui Strehler non riesce a rassegnarsi: "Mi telefonava tutte le sere. Faceva stalkeraggio con un telefono fisso. Era un lupo ferito. Ululava al di là della cornetta: ‘Put…a maledetta, dove sei?’. Cercavo di calmarlo," racconta.

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Una vita elettrizzante fatta di luci e ombre, come la depressione che la colpì per un anno: "Sono stata un anno dentro casa senza voler vedere nessuno. Una mia amica, anzi una ex amica che credevo tale e si dimostrò una stronza, mi diceva: ‘Lo fai per farti notare’. Invece la depressione è tremenda, sottovalutata”.

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