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- martedì, 14 Giugno 2022
Pupo e la bigamia: "Chi mi invidia si sbaglia"
Miliardario a 25 anni, poi i debiti di gioco. Alti e bassi di Enrico Ghinazzi
Pupo - Roma - 07-04-2021 - Pupo e la bigamia:

(KIKA) - MILANO - Pupo è tornato a parlare della relazione che lo unisce alla moglie e all'amante da decenni. E lo ha fatto in una intervista al Corriere della Sera dove ha precisato che la vita a tre non è tutta rose e fiori, come si potrebbe sommariamente pensare. 

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"Io oggi ho 67 anni, mi moglie Anna ne ha quasi 70, Patricia ne ha 62. Sto da 50 con la moglie, da 33 con l'amante. Pensate sia stata una cosa semplice? O che io possa consigliare alle mie tre figlie o a chiunque altro un rapporto pluriamoroso come il mio?", ha detto nell'intervista, aggiungendo, tuttavia, che "la poligamia è una realtà diffusa, maggioritaria nel pianeta" e che sono "la nostra cultura, educazione e religione" a impedirci di essere poligami.

"Io ho pagato e sto pagando le conseguenze di queste mie scelte fatte alla luce del sole", ha aggiunto. 

E per chi lo invidia perché non ha dovuto scegliere tra la moglie e l'amante, il cantante e conduttore ha la risposta pronta:

"Invidia sprecata. Come quella di coloro che invidiano Berlusconi, il presidente degli Stati Uniti o i miliardari e non sanno niente su quello che comporta affrontare percorsi di questo genere...Poi la vita è anche fortuna, non solo abilità. Io non mi pento del mio percorso sentimentale, che oggi sarebbe più semplice da affrontare. Ho avuto a che fare con due donne speciali. Non sono io lo speciale, sono loro".

Nell'intervista fiume ha ricordato anche i problemi col gioco d'azzardo, che lo hanno messo in grandi difficoltà già da giovane, nonostante la ricchezza accumulata a soli 25 anni. Proprio a causa dei debiti, dopo una perdita milionaria al casinò, stava quasi per farla finita. 

“La banca mi chiedeva cinquanta milioni che io non avevo. Così cercai fortuna al Casinò ma persi altri quaranta. Al ritorno verso casa mi fermai sul cavalcavia tra la Toscana e l’Emilia andai verso il bordo del viadotto. Improvvisamente passò un camion che letteralmente mi spostò con l’aria fatta con la sua velocità risvegliandomi dal torpore. Mi salvò la vita. Da quel momento ho recuperato tutto”.

Ad aiutarlo negli anni successivi un amico fidato, Gianni Morandi. 

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