(KIKA) - NEW YORK - Per Harvey Weinstein è arrivata la resa dei conti. Dopo mesi di fervente dibattito, più di ottanta denunce per molestie sessuali e l'inarrestabile ascesa del movimento #MeToo, adesso è arrivato il momento dI stabilire il confine tra maleducazione e reato. Il 66enne produttore americano ha deciso di consegnarsi alla Procura di Manhattan, anticipando il mandato di cattura che stava per essere spiccato dalla magistratura di New York.

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Weinstein eviterà il carcere, per adesso, ma non potrà sottrarsi alla gogna pubblica, visto che al suo arrivo in procura saranno centinaia i reporters presenti, altissimo anche il rischio di invasione delle rappresentanti del movimento #MeToo, desiderose da tempo di avere un faccia a faccia con l'uomo che per loro rappresenta il simbolo del male.

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Queste le parole al settimanale People di una fonte vicina alla famiglia del produttore: "Harvey si atterrà al protocollo legale standard e, nel frattempo, resterà fedele al suo percorso di recupero e auto-miglioramento. Ha ancora il suo senso dell'umorismo e si preoccupa di tutti gli altri prima di sé, in particolare della sua famiglia".

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Weinstein è arrivato alla decisione di consegnarsi probabilmente sotto consiglio del suo legale Benjamin Brafman e dovrà affrontare i primi due procedimenti in cui è accusato di molestie: nel 2004 quando costrinse a un rapporto orale Laura Evans e poi per il caso del 2010, quando violentò Paz de la Huerta. Ma è solo l'inizio di una lunghissima trafila di processi che stabiliranno le reali responsabilità, e crimini, del produttore hollywoodiano.

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