(KIKA) - MILANO - Osvaldo Supino torna con un nuovo album, Sparks, presentato a Milano giovedì 28 marzo, giorno dell'uscita mondiale. Il disco, quarto di inediti nella sua carriera, è arrivato dopo circa due anni dal successo di Resolution. Registrato tra Milano e Miami e prodotto tra Berlino, Liverpool e Los Angeles, Sparks è composto da dieci nuovi brani e si avvale delle prestigiose collaborazioni con importanti nomi della musica pop internazionale, come Scott Robinson (produttore di Demi Lovato e Christina Aguilera) e Molly Moore (autrice per Lea Michele).

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"Sparks è la scintilla che cerchiamo costantemente in tutti gli aspetti della nostra vita. È la passione, l'amore... e proprio questi sono i due argomenti principali di questo nuovo album", ha spiegato Osvaldo. Si tratta di un album pop con influenze musicali urban, edm e reggaeton, che affronta anche argomenti impegnati, come la battaglia contro la depressione: "Nonostante l'universalità del problema, oggi parlare di depressione e disturbi mentali è sempre difficile - ha detto Supino - Ma è proprio non affrontare il problema e la vergogna che si prova ad aggravare la condizione di chi ne soffre. Io sono sempre stato sincero con la mia musica e sono orgoglioso di averlo fatto in questi anni. So cosa significa avere un attacco di panico e state male, volersi lasciare andare, sperare di non farcela. È successo anche a me. Per anni ho accumulato uno stress esasperante che insieme al bullismo ricevuto ha generato una sindrome post traumatica". 

Sul disco Sparks, Osvaldo Supino ha detto: "L'album è fresco, suona davvero con tanta leggerezza, anche nei brani più intensi. Ci sono stante sonorità differenti, tante influenze ma tutto si è legato in maniera pazzesca. Penso di non aver mai lavorato sui dettagli, sul cuore, su ogni aspetto come in questo disco". 

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Ma perché aspettare due anni per l'uscita di un nuovo album? "Sono uno che cerca qualità, faccio un disco solo se ho qualcosa da dire e lo faccio ascoltare se sono pronto. La musica non può e non deve diventare una routine. Penso che noi artisti, in primis, dobbiamo avere il compito di educare all'attenzione, all'ascolto e a volte anche al silenzio".