(KIKA) - LOS ANGELES - Spencer Stone, Alek Skarlatos e Anthony Sadler interpretano loro stessi nel nuovo film di Clint Eastwood, The 15:17 to Paris, film in uscita l'8 febbraio che racconta l'attentato terroristico sul treno partito da Brussels e diretto a Parigi avvenuti il 21 agosto 2015. In quel caldo pomeriggio d'estate un uomo, Ayoub el-Khazzani, 25 anni, marocchino, ha tentato di prendere in ostaggio i 500 passeggeri del treno imbracciando un AK47 e altre armi, con l'intenzione di fare una strage.
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Il primo a intervenire è stato Spencer Stone, 23 anni, medico militare: ha iniziato a correre versto Khazzani, lo ha aggredito e lo ha disarmato. Quest'ultimo, preso dal panico, è stato poi bloccato dai due amici di Stone, Alek Skarlatos, 22, anche lui militare, e Anthony Sadler, 23, studente al college. In quegli attimi di terrore anche un inglese, Chris Norman, ha aiutato i ragazzi nell'impresa. Stone è stato accoltellato più volte e un altro passeggero, Mark Moogalian, 51 anni, è stato ferito con diversi colpi di arma da fuoco ma è sopravvissuto.
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Quella che poteva essere una strage ha trasformato questi tre giovani americani in vacanza in eroi e celebrità: dopo aver incontrato il presidente Barack Obama, ricevettero medaglie in Francia, Belgio e Stati Uniti e furono invitati ai talk show e in talent televisivi. Skarlatos ha infatti deciso poco dopo di partecipare a Ballando con le stelle Usa. Con l'aiuto di Jeffrey E Stern, hanno scritto un libro, The 15:17 to Paris, che ora è diventato un film dove sono loro stessi i protagonisti.
Secondo loro, però, non c'è nulla di eroico nel loro gesto, quello che è successo fa parte di un piano più più grande, quello che Dio ha per ognuno di noi:
"Non sono state coincidenze, non puoi sapere quali piani Dio ha in serbo per te - ha spiegato Sadler, figlio di un pastore al Guardian - Quello che abbiamo capito è che noi dovevamo essere lì quel giorno, non eravamo lì per caso".
“La probabilità di trovarsi in un attentato terroristico era bassissima, quella di sopravviviere e di essere coloro che lo hanno fermato poi... Credo che Dio abbia messo una mano per noi. Siamo stati i suoi strumenti. Dio ha un disegno per ognuno di noi", ha aggiunto l'amico.
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“Eravamo paralizzati. Davanti a noi c'era un uomo con un AK47 automatico e pensi che l'unico finale sarà la tua morte - ha ricordato Stone, il primo a intervenire - Abbiamo deciso di correre verso di lui ma senza la speranza di arrivarci effettivamente. Avevamo molta paura".
“Le opzioni erano: agiamo o moriamo - ha precisato Skarlatos - Non c'era il tempo di pensare a nulla perché se non averssimo fatto subito qualcosa saremmo morti. Pensavamo che saremmo morti comunque, eravamo su un treno e non c'erano vie di fuga".
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