Cronaca italiana
- mercoledì, 12 Aprile 2023
Trentino, Brambilla: "No a rappresaglie contro gli orsi"
La nota dell'integruppo parlamentare per gli Animali dopo l'uccisione del runner.
Michela Vittoria Brambilla - Milano - 03-02-2013 - Trentino, Brambilla:

(KIKA) - ROMA - "Premettiamo che alla famiglia della vittima va tutta la nostra vicinanza e solidarietà per una tragedia che lascia senza parole. Ma il problema della convivenza tra uomini e orsi in Trentino non può essere risolto sull’ondata emotiva generata da un avvenimento rarissimo: in Italia questo è il primo attacco fatale di orso in centocinquant’anni". Così, in una nota, l'intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell'Ambiente, presieduto dalla deputata Michela Vittoria Brambilla, vicepresidenti Sergio Costa e Walter Rizzetto. 

Il riferimento è al caso di Andrea Papi, il runner ucciso da un orso sul monte Pellier, in Trentino. "Va dunque respinto il tentativo di applicare agli animali i concetti divendetta” e “rappresaglia”, continua la nota. 

Il tavolo tecnico aperto oggi al ministero dell’Ambiente sarà la sede in cui dibattere “con ragionevolezza e senza condizionamenti esterni” sul futuro degli orsi in Trentino. 

Dal punto di vista politico - prosegue la nota - è assurdo immaginare di risolvere il problema della convivenza con gli orsi ammazzando gli animali, peraltro protetti dalla legge e da accordi internazionali. E quanti ucciderne? Uno, dieci, cinquanta, tutti e cento? E se si volesse trasferirne la metà, operazione a dir poco impegnativa, dove trasferirli? Sono stati spesi milioni per reintrodurre l’orso e poi per gestirne la presenza negli anni (si pensi solo al costo delle risorse umane impiegate) e ora si vuol fare marcia indietro. Invece bisogna voltar pagina, sottrarre la gestione degli orsi alla politica per riconsegnarla agli esperti, ispirarsi a esperienze di maggior successo, come quella del parco d’Abruzzo, e mettere finalmente in atto misure serie di prevenzione: campagne informative per popolazione e per turisti, cartellonistica ben visibile, limitazioni dell’accesso ai boschi dov’è maggiore la probabilità di incontrare gli orsi, obbligo di non uscire dai sentieri, obbligo di tenere i cani al guinzaglio, presidi e controlli severi e corridoi ecologici per favorire la dispersione degli orsi su un territorio più vasto. Tutto questo, per più di due decenni non s’è fatto o non si è fatto abbastanza. Qualche anno fa si era ipotizzato di finanziare con fondi statali un piano per il radiocollaraggio e il monitoraggio degli orsi in tempo quasi-reale: se utilizzate, queste risorse avrebbero consentito di ridurre notevolmente i rischi".

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