(KIKA) - VENEZIA - Michele Santoro ha presentato il documentario Robinù alla 73esima edizione del Festival di Venezia, nella sezione Cinema nel Giardino.
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Un lavoro che ha sorpreso la platea della kermesse veneta, generando applausi a scena aperta ed eludendo lo stile televisivo di cui poteva essere vittima il progetto del popolare conduttore. La pellicola entra nel mondo della ‘criminalità disorganizzata’, quella cioè dei baby boss della camorra, che per il controllo dello spaccio della droga hanno dato vita alla cosiddetta ‘mattanza dei bambini’.
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Santoro è entrato con le telecamere nei carceri minorili, svelando il vero volto dei giovanissimi criminali, assetati di sangue e potere e che definiscono il ‘kalashnikov meglio di Belen’.