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Venezia - giovedì, 29 Agosto 2019
Venezia 76: Pedro Almodovar leone d'Oro alla Carriera
Dagli scontri con la DC a Sergio Leone. Il regista spagnolo ripercorre la sua carriera.
Pedro Almodovar - Venezia - 29-08-2019 - Venezia 76: Pedro Almodovar leone d'Oro alla Carriera

(KIKA) - VENEZIA - Pedro Almodovar riceve il Leone d’Oro alla Carriera alla 76esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

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Queste le parole del regista spagnolo durante l’incontro con i cronisti: “Il mio battesimo a livello internazionale è stato al Festival di Venezia nel 1983 con il film Indiscreto fascino del peccato. Ero un giovane regista e il semplice fatto di partecipare a un festival internazionale aveva del miracoloso. È stato un miracolo che sia stato selezionato perché al presidente della giuria non piaceva il mio film. Gianluigi Rondi era della Democrazia Cristiana e il film gli parve osceno ma queste discussioni finirono sulla stampa e si parlò così tanto del mio film che fu impossibile toglierlo dalla selezione. Ricordo una grande empatia con la stampa e le persone del Festival e questo mi ha lasciato un buon ricordo di quei giorni. Poi sono tornato nel 1988 con Donne sull’orlo di una crisi di nervi ed è stata una festa perenne e costante dall’istante in cui ho messo piede al Lido. La conferenza stampa sembrava un gran teatro, c’erano grandissime risate tra i giornalisti. Vincemmo il premio per la  sceneggiatura che dava un’immagine ultramoderna della Spagna”.

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Il cinefilo spagnolo prosegue: “Dolor Y Gloria sono due parole verso le quali ho molto pudore. Non voglio lamentarmi del dolore e della gloria non mi piace vantarmi ma il Leone alla carriera è un premio importantissimo. Qui sono nato come regista e questo racchiude un’emozione speciale. Se uno vive un tempo sufficiente, il tempo diventa un fattore importante e io lo devo ringraziare perché mi ha dato ragione. Ricordo nel 1988 c’era Sergio Leone come presidente. L’ho incontrato con Lina Wertmüller al Lido e mi hanno detto “Ci piace tantissimo il tuo film, è importante che Venezia promuova film come questo" e entrambi mi hanno detto che avrebbero voluto far vincere il mio film. Ricordo con piacere quel momento perché oggi dopo 31 anni, questo è un atto di giustizia anche politica”.

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Quando ho iniziato a fare cinema non si parlava di diversità, negli anni ’80 la Spagna si era appena svegliata da una dittatura durata 40 anni. Il potere di regista mi ha permesso di imporre la varietà della vita. Volevo che tutti gli orientamenti sessuali fossero i benvenuti perché li riscontravo nella realtà attorno a me. il mio potere di regista e sceneggiatore è quello di dare libertà morale dei personaggi, suore, casalinghe, travestiti”.

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