(KIKA) - VENEZIA - Sono passati sedici anni dal giorno in cui Vincent (Giulio Pranno) è nato e non sono stati sedici anni facili per nessuno. Né per Vincent, immerso in un mondo tutto suo, né per sua madre Elena (Valeria Golino) e per il suo compagno Mario (Diego Abatantuono), che lo ha adottato. Willi (Claudio Santamaria), che voleva fare il cantante, senza orario e senza bandiera, è il padre naturale del ragazzo e una sera qualsiasi trova finalmente il coraggio di andare a conoscere quel figlio che non ha mai visto e scopre che non è proprio come se lo immaginava.
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Non sa, non può sapere, che quel piccolo gesto di responsabilità è solo l’inizio di una grande avventura, che porterà padre e figlio ad avvicinarsi, conoscersi, volersi bene durante un viaggio lungo le strade deserte dei Balcani in cui avranno modo di scoprirsi a vicenda, fuori dagli schemi, in maniera istintiva. E anche Elena e Mario, che si sono messi all’ inseguimento del figlio, riusciranno a dirsi quello che, forse, non si erano mai detti.
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Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores, presentato fuori concorso alla 76esima Mostra d'arte cinematografica di Venezia, è un film on the road, liberamente tratto dal romanzo di Fulvio Ervas “Se ti abbraccio non aver paura” edito da Marcos Y Marcos. Tuttavia, hanno spiegato i protagonisti in conferenza stampa, il viaggio che i personaggi fanno è soprattutto interiore.
"Shakespeare più volte sposta i personaggi in luoghi diversi da quelli in cui erano abituati - ha spiegato il regista - Perché non è importante la meta ma il viaggio, durante il quale si è più indifesi, aperti, vulnerabili ed è per quello che per me è importante".