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Venezia - martedì, 7 Settembre 2021
Venezia 78, Simona Ventura al Lido nei panni di regista
La showgirl passa dietro la macchina da presa per il docufilm Bergamo.
Giovanni Terzi, Simona Ventura - Venezia - 07-09-2021 - Venezia 78, Simona Ventura al Lido nei panni di regista

(KIKA) - VENEZIA -  Simona Ventura si prende la scena nella cornice della 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia negli inediti panni di regista del docufilm Bergamo.

 

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Nel 2020 inizia una tragedia che ha colpito l’Italia come primo paese occidentale, per poi diffondersi in tutto il mondo: la pandemia di Covid-19. Sono tante le immagini che tornano in mente solo sentendo il nome di questo temibile virus, ma una su tutte descrive senza pietà quei momenti, sintomo di una cicatrice che probabilmente rimarrà indelebile nella nostra coscienza: le bare stipate nei camion dell’esercito a Bergamo. Il Bergamasco è un territorio che è stato messo duramente alla prova: non c’è una famiglia che non sia stata colpita dal virus, le sirene delle ambulanze strillavano più che in ogni altra città e la paura era talmente tangibile che la si poteva leggere negli occhi dei cittadini. Ma è proprio in questi momenti che una comunità si unisce e cerca soluzioni, che il coraggio e l’amore per la propria gente vengono a galla. È proprio in questi momenti che un’associazione come quella degli Alpini si mette in gioco per cercare di aiutare chi è in difficoltà. 7 giorni, è questo il tempo in cui è stato costruito l’ospedale Covid. Una struttura che proprio quando la situazione diventava ancora più critica è riuscita a dare ossigeno a una città alla quale mancava il respiro come con il Coronavirus. Questa però non è la storia dell’ospedale ma degli uomini che hanno permesso, lavorando giorno e notte, che questo miracolo si concretizzasse. 7 giorni e grazie agli Alpini, Bergamo finalmente respira di nuovo.

 

Questo il commento della Ventura sul sito de La Biennale: “Decine di ore di girato nel marzo 2020, realizzato proprio durante i sette giorni della costruzione dell’ospedale Covid alla Fiera di Bergamo, per poi tornare con la troupe nel maggio 2021, proprio nei giorni in cui la struttura veniva smontata. Gli ambienti che hanno accolto centinaia di malati, consegnati allo spettatore in due momenti diversi con in mezzo quindici mesi di lavoro e con le testimonianze del personale sanitario e dei volontari, Alpini, artigiani e atalantini che hanno reso possibile tutto questo. Un tavolo come espediente narrativo e una struttura del racconto puntuale ma leggera con un finale carico di ottimismo”.

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